politica

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Da alcuni anni tra gli inutili dibattiti e convegni che vengono propinati ai pazientissimi liguri e genovesi ci sono quelli sull'isolamento del nostro territorio, come se questa sciagura, la peggiore quella che si sta trascinando dietro ogni sorte di disgrazia a cominciare dalla disoccupazione e dalla fuga dei giovani, fosse causa della sorte. L'isolamento della Liguria e' la conseguenza di dissennate scelte politiche e industriali egualmente distribuite tra i governi regionali di centro sinistra e quelli di centro destra, con l'aggiunta di qualche sindaco.

L'amarezza, pero', arriva anche dall'altro isolamento di cui e' vittima la Liguria: quello politico amministrativo. Cioe' vi sarete resi conto che politicamente non contiamo piu' niente e che le giuste istanze del territorio vengono ignorate dal governo piu' preoccupato della Napoli-Bari che del nostro terzo valico o della Gronda.

E forse a questo punto temo che Roma abbia ragione.

Ma la tristezza e' data dal penoso pellegrinaggio senza risultati degli amministratori, col presidente Burlando in testa e al seguito delfine, delfini, naselli e bughe.

Mi vengono in mente i tempi di Craxi presidente, quando i socialisti genovesi andavano a bussare alle porte di Palazzo Chigi e il gossip riferiva le reazioni infastidite di Bettino, stufo della corte di quelli che venivano soprannominati i piagnoni di Genova. Almeno qualche risultato lo ottenevano.

Vorrei essere dentro il palazzo e vedere le facce del cerchio magico di Renzi quando gli uscieri annunciano che in sala d'attesa ci sono Burlando, Paita e Bernini.

Poveri noi tapini!

E allora a questi non restano che i proclami per farsi sentire, proclami-fuffa che non riescono nemmeno a valicare il Bracco e che ritornano al mittente come boomerang anche sul collo dei cittadini.