Cronaca

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Abbandonati dalle 18 alle 22 nei tunnel e sui viadotti del tratto fra Rapallo e Chiavari, una mamma con i bambini reduci da terapia al Gaslini senz'acqua e senza cibo, una donna rimasta in panne con l'anziana madre: "Dimenticati da tutti"
4 minuti e 56 secondi di lettura
di Michele Varì

Melba, mamma con la figlia e la nipote malati e reduci da una terapia assai debilitante all'ospedale Gaslini, è talmente infuriata da non trattenere le parolacce contro Autostrade per l'Italia e contro tutti coloro che l'hanno abbandonata per quattro lunghissime ore su un tratto di autostrade fra Rapallo e Chiavari pieno di tunnel e viadotti dove lei è entrata quando c'era il sole e ne uscita di notte.

In panne: scatta la solidarietà da altri automobilisti

Poi c'è l'avvocata che voleva solo portare a fare una passeggiata a Chiavari l'anziana mamma, Chiara invece è un trasfertista che sperava di riuscire a tornare a casa, a Lavagna, dopo un giorno di lavoro, come Francesca, educatrice in un asilo nido di Quinto, "siamo in coda per un incidente capitato ben otto ore fa e di  paghiamo pure il pedaggio, certe cose capitano solo in Italia". Non manca l'imprenditore che si occupa di barche che allarga il discorso a tutte le autostrade, "costruite male, troppo in alto, dice lui, e mal curate".

Quattro ore in code, nessun aiuto

Il racconti intercettati nelle quattro ore di code passate per percorrere i 35 chilometri che separano Genova-Nervi da Chiavari segnano l'impietosa sconfitta di Autostrade per l'Italia ma anche della macchina della protezione civile, della polizia stradale, e di tutti coloro che avrebbero potuto aiutare e non l'hanno fatto le centinaia di persone, famiglie, donne e bambini, anziani, lavoratori, prigionieri sulla A12, nella trappola, nelle sabbie mobili d'asfalto fra i caselli di Rapallo e di Chiavari, un tratto che di solito si percorre in venti minuti, ma che ieri, 10 aprile, è diventata un'odissea per oltre dodici ore per colpa di un incendio di un tir in uno scambio di carreggiata, ma guarda un po', ancora una volta tutto colpa di un cantiere...

A12 bloccata dalle code sull'Aurelia

Un racconto che necessariamente è bene raccontare in prima persona, perché io cronista ero stato inviato lì con il cameraman Roberto Gnecco, per mostrare in diretta i disagi di chi da Genova era costretto a raggiungere Chiavari in auto: code che si sono formate perchè le strade statali a causa del tir pieno di carta andato in fiamme sono state invase da auto e tir dirottati fuori dai caselli della A12.

Chiavari isolata e irraggiungibile dall'ingorgo

Le auto che arrivavano dalla Spezia dovevano uscire a Deiva Marina, percorrere le montagne del passo del Bracco e riprendere l'autostrada a Lavagna, i camion potevano viaggiare in A12 sino a Sestri Levante, poi anche loro dirottati in Aurelia sino a Lavagna.
La paralisi delle strade lungomare è stata inevitabile. La conseguenza: le vetture dirette da Genova verso il nodo di Chiavari, bloccato dalle code in statale, si sono impantanate in autostrada.

Nessuna informazione

Alle 18, quando noi entriamo in A12, il display all'imbocco del casello di Nervi parla di nove km di code fra Rapallo e Chiavari con un tempo di percorrenza di un'ora. In giro però nessuno addetto, nessun "moviere" che avverta gli automobilisti i più distratti, come l'avvocato con l'anziana mamma, che era rigorosamente sconsigliato andare verso il Tigullio se non costretti.

Nessuno poteva immaginare che quell'ora di percorrenza sarebbero poi diventate quattro ore e che entrando alle 18 a Genova procedendo a passo d'uomo e con continui blocchi si sarebbe arrivato a Chiavari alle 22.

Lo strazio dei bambini malati assetati e affamati

Quattro ore in cui non si è vista nessun dipendente di Autostrade per l'Italia o addetto della protezione civile, nessun agente. Non si è visto nessuno a dare una bottiglietta d'acqua alla mamma e ai suoi bambini malati reduci dal Gaslini, nessuno ad allungare un panino o una confezione di biscotti all'educatrice, all'agente di commercio, all'imprenditore. Dicono che l'assistenza nell'arco della lunghissima giornata ai prigionieri degli ingorghi c'è stata: sarà vero, ma noi in quelle quattro ore abbiamo visto passare solo gli operai delle ditte che raggiungevano il posto del rogo per avviare i lavori di bonifica del tratto danneggiato dalle fiamme. Poi stop: le uniche divise le abbiamo viste all'arrivo a Chiavari, ed erano quelle dei carabinieri impegnati a disciplinare il traffico alle rotatorie  e agli incroci.

Non un processo, il nostro, ma un'avvilente fotografia

Il nostro non è un processo, ma una fotografia, per quanto spietata, che non avremmo mai voluto scattare. Ma quattro ore non sono poche se trascorse in gallerie e su viadotti, e non immaginiamo cosa sarebbe potuto accadere se invece di una mite primavera fossero state quattro ore di afa estiva o di gelo invernale.

Un automobilista distribuisce cracker

Nessuno ha aiutato gli utenti, gente stanca, esausta dalle code in gallerie e sui viadotti, anziani che mentre le ore passavano e il sole calava avevano bisogno di andare in bagno, o anche solo di informazioni, di sapere dove erano e quando quell'inferno sarebbe finito. Niente. Una circostanza, una situazione al limite, in cui sono emersi anche gesti di grande altruismo: l'automobilista che ha distribuito i suoi cracker a chi aveva fame, il cronista che ha fatto il giro di auto e camion alla ricerca dei cavi della batteria per fare ripartire la vettura in panne della donna avvocato che portava a spasso la mamma. Figlia e madre poi ripartite quando ormai era buio, lo stesso buio in cui è precipitata ancora una volta la nuova Autostrade per l'Italia, sempre attenta a prendere le distanze dalla vecchia gestione di Aspi, quella di Castellucci sott'accusa per la tragedia del Morandi, ma poi incapace per quattro lunghe ore anche solo di portare una bottiglietta d'acqua o poche parole di conforto ai loro utenti che pagano i pedaggio e rimasti prigionieri, sequestrati nella A12 sino alla notte per un incidente, un tir andato in fiamme alle 11 del mattino.

Disastro originato dai cantieri di Aspi

L'avvocata lo ha detto chiaramente: "Si, sapevo che c'era stato un tir in fiamme a Lavagna, ma era successo sette ore prima di quando noi abbiamo preso l'autostrada, come facevo a immaginare che fosse ancora tutto bloccato?".