cronaca

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La Diocesi di Savona interviene sulle accuse relative a presunti casi di pedofilia denunciati ieri da Don Lupino durante l'omelia al funerale di Luisa Bonello, il medico suicida che aveva denunciato il fenomeno in diocesi.

"Don Lupino-scrive la Diocesi di Savona-si assuma la responsabilità di fare i nomi con prove documentate, in relazione ai gravi comportamenti tra sacerdoti, altrimenti l'obiettivo non sarà la verità, che la Diocesi auspica, ma solo la diffamazione verso i confratelli. Ci sono sedi, civili e canoniche, in cui presentare denunce".

A 24 ore di distanza il vescovo Vittorio Lupi sottolinea che "molte delle accuse pubbliche" di don Lupino "non offrono elementi ulteriori di comprensione rispetto alla completa assenza di elementi oggettivi, che non sono stati portati a conoscenza della curia". Il vescovo, per provare che da parte della Curia non c'è stato tentativo di insabbiare, ricorda che "la Segreteria di Stato ha affermato che la documentazione consegnata dalla dottoressa Bonello non ha aggiunto nulla a quanto già la diocesi aveva precedentemente inviato". La dottoressa aveva consegnato un 'dossier' in Vaticano.

"La dottoressa Bonello - scrive la Curia in una nota - non ha mai fornito alla Diocesi informazioni precise e circostanziate, limitandosi a riferire di essere venuta a conoscenza di episodi di abuso nell'ambito dell'esercizio della professione medica da lei esercitata, ma senza fornire elementi concreti e nuovi per un ulteriore intervento del Vescovo, il quale ha sempre risposto che se aveva informazioni rilevanti doveva rivolgersi all'Autorità competente". La diocesi sottolinea che sotto l'episcopato di monsignor Lupi "sono stati due i sacerdoti ritenuti colpevoli di abusi, ridotti allo stato laicale".