
Negli ultimi anni di vita la signora Aurelia fu vittima, secondo quanto accertato della Procura di Roma, di un presunto raggiro legato alla sua incapacità, come stabilito dalla perizia, di intendere e di volere. Per quella vicenda è stato chiesto il rinvio a giudizio di dieci persone accusate di circonvenzione di incapace e di ricettazione.
Si tratta di Arturo Artadi, già autista di Alberto Sordi e successivamente factotum dell'anziana sorella, gli avvocati Francesca Piccolella e Carlo Farina nonché il notaio Gabriele Sciumbata accusati di circonvenzione di persona incapace, e di sei dipendenti di Aurelia che devono rispondere di ricettazione.
Questi ultimi sono una badante, una cuoca, un giardiniere, due camerieri ed una governante che in varie occasioni hanno ottenuto donazioni ciascuno per un valore che va da 150 a 400 mila euro. Complessivamente due milioni e mezzo di euro equivalenti a circa il 15-20% del patrimonio di Aurelia Sordi ereditato dal celebre fratello.
Cancello chiuso e massimo riserbo davanti alla villa dove nessuno vuole commentare la morte di Aurelia. Intanto iniziano ad arrivare alcuni parenti. "È un momento particolare e non ci va di commentare - dice all'uscita una coppia anziana, parenti della donna - Ci hanno definito avvoltoi sui giornali ma la cosa vergognosa è che in casa c'è ancora l'autista Arturo, autore del raggiro, che doveva andar via. Due anni fa hanno cominciato a non farci entrare più nella villa - aggiungono - e quando hanno fatto quel raggiro megagalattico, nostra zia già stava male".
IL COMMENTO
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