cronaca

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Faceva l’elettricista, Paolo. Per inseguire il suo mestiere è finito persino nell’Africa più profonda. Poi, la crisi. E il posto di lavoro anche a migliaia di chilometri lontano da casa non c’è più. Dunque, l’investimento, il coraggio o forse l’irrazionalità: aprire dopo 35 anni di inattività quella bottega trasformata oggi in emporio a Ponte Trebbia, comune di Torriglia, sulla strada che porta verso Piacenza.

Lì, vendita di prodotti della valle e mica soltanto di una: Scrivia, Fontanabuona e Trebbia, appunto. Salumi, formaggi, sciroppi e marmellate di fronte a una trattoria conosciuta per la buona cucina e la genoanità. Lui, lì, a combattere con burocrazia, tasse, e controlli. Ma ancora in piedi dopo due anni di sfida: “E’ uno stile di vita tutto particolare. In ogni modo provano a farmi passare la voglia, ma resisto”. Dura, durissima, Paolo tiene botta. E come dice lui: “Sempre meglio che starsi a girare i pollici in città. Però che qualcuno si ricordi di noi, piccoli bottegai di montagna”.