spettacoli

2 minuti e 40 secondi di lettura
Dopo un'anteprima di grande successo l'estate scorsa a Napoli, va in scena a Genova, fino al 21 dicembre, 'Il sindaco del rione sanità' di Eduardo De Filippo, diretto da Marco Sciaccaluga e interpretato da Eros Pagni, secondo spettacolo della stagione prodotto dallo Stabile di Genova.

A 10 anni suo padre gli permise di vederla "sforando il Carosello" e permettendogli di andare a dormire più tardi.
 "Dico sempre scherzosamente che non sono figlio d'arte ma d'abbonati, i miei genitori erano grandi amanti dello spettacolo e abbonati nel teatro in cui poi ho lavorato per molto tempo. Sentivo sempre parlare di teatro in caso, finché una sera mio padre mi disse: "Stasera ti permetto di restare sveglio sino a tardi perché così puoi vedere che cos'è il teatro". Mio padre aveva una grande passione per Eduardo e mi fece vedere questa commedia. Rimasi colpito, mi piacque tantissimo: non elaborai il pensiero "da grande farò quello". Ricordo ancora l'ingresso di Eduardo, mi colpì tantissimo. "Questa è un'idea che viene dal nostro co-produttore, il teatro stabile di Napoli. Ci è stata proposta di fare una coproduzione del testo e abbiamo accettato".

I personaggi -
"Antonio Barracano è un personaggio straordinario, una pura invenzione. Si configura in lui una figura interessante, cioè quella del santo criminale. È benefattore del suo rione ma, a tutti gli effetti, si tratta anche del capoclan e combatte un'intera esistenza nel tentativo di far trionfare una giustizia visto che quella ordinaria e codificata non è mai sufficiente nella difesa dei deboli e degli ignoranti. E' una grande riflessione non solo su Napoli, ma su come a volte verità e giustizia sono due cose che si contraddicono ed entrano in un conflitto tragico come in questo caso", sottolinea il regista


Come ci si avvicina a Eduardo - "Con gli stessi criteri con cui ci si avvicina ai grandi scrittori: grande umiltà, grande fiducia di essere davanti a un territorio impastato di teatro e quindi una drammaturgia che ti sostiene sempre, che non ti fa mai fare la fatica di teatralizzare ciò che non è teatrale. Nello stesso tempo però c'è un approccio specifico, che è la napoletanità: bisogna leggere, viaggiare, informarsi ed ascoltare. La regia è l'arte dell'ascolto, del prossimo e degli autori che ti parlano anche a distanza di secolo. Con passione, semplicità e umiltà, come quando da ragazzino cercavo di fare le versioni di greco: un testo teatrale non è molto diverso, è un geroglifico da decifrare".

Una commedia attuale - "E' attualissima, purtroppo a volte si spera che i grandi classici non lo siano più perché la società si è evoluta in meglio. Questo purtroppo non succede e quindi dico sempre che i classici passano dal futuro. Cosa distingue un grande scrittore da uno buono? La capacità profetica, di prevedere il futuro. Eduardo l'ha sempre considerata una commedia simbolica e non realistica, c'è una riflessione sulla camorra come istituzione alternativa allo stato, che non riesce a fare il suo dovere", conclude Sciaccaluga.