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"Franco camionista, mamma Carmela casalinga con quattro figli da accudire e tra questi Veronica. Mi chiedono se sapevo se la ragazzina era violenta? Non posso rispondere. Ma se in casa fosse successo qualcosa di grave sicuramente in paese tutti lo avrebbero saputo", dice Fabrizio Ghione, assessore all'Urbanistica che a Rocchetta conosce tutti Anche Dario Cagnone, assessore comunale ai Lavori Pubblici di Cairo Montenotte, Rocchetta la conosce bene.
"I Panarello? Certo che me li ricordo. Vivevano in una casa al fondo del paese. Era lei che accompagnava i figli a scuola. Anche Veronica che a Rocchetta ha frequentato le elementari e proseguito le scuole dell'obbligo a Dego". Nessuno in paese si ricorda che Veronica fosse seguita da una psicologa come ha detto la madre Carmela, ma dalle parole di chi l'ha conosciuta emerge l'immagine di una bimba molto vivace. "Una famiglia che comunque - aggiunge Dario Cagnone - non frequentava attivamente la vita sociale del paese. Non partecipava all'organizzazione di feste o iniziative".
Don Paolo Pizzorno, l'ex parroco di Rocchetta ora in pensione a Sassello, si ricorda bene dei Panarello. "Ritiravano il pacco della Caritas. Veronica era una bimba molto vispa. Quando andavo a casa a trovare la nonna, era sempre lei ad accogliermi in festa. Frequentava il catechismo ma non ha mai dato problemi".
Il papà Franco lo conosceva bene anche Carlo Ferraro, ex dipendente comunale. "Era venuto qui in Liguria per lavoro. Erano gli anni 2000 e da queste parti c'erano ancora molte aziende e industrie aperte. Abitavano all'inizio della frazione in una casa di via Chiappa. Era una brava persona, molto rispettosa come ci rispettiamo tutti da queste parti. Poi l'abbiamo perso di vista. Sarà ritornato in Sicilia per lavoro". E infatti, da almeno un decennio, la famiglia di Veronica non è mai più tornata in Valbormida.
IL COMMENTO
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