cronaca

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Attesa per il verdetto del processo d'appello bis a carico di Alberto Stasi imputato per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, la giovane donna uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Per lui il Pg ha chiesto 30 anni di carcere mentre la difesa ritiene non ci siano prove per ritenerlo responsabile del delitto.

L'udienza è iniziata con le repliche del sostituto procuratore generale di Milano Laura Barbaini. Dopo il rappresentante della pubblica accusa questa mattina prenderanno la parola gli avvocati di parte civile e quelli di Stasi per gli ultimi interventi. Dopodiché i giudici della prima corte d'assise d'appello, presieduti da Barbara Bellerio, entreranno in camera di consiglio. In aula oltre ad Alberto, sono presenti anche i familiari di Chiara, mamma Rita, papà Giuseppe e Marco, il fratello della ragazza, che da 7 anni chiedono di sapere la verità.

A cinque anni esatti dal verdetto di primo grado che aveva mandato assolto Alberto Stasi, la Corte d'Assise d'Appello di Milano potrebbe mettere un punto fermo, anche se non definitivo, nella vicenda dell'omicidio di Garlasco. Dovrebbe stabilire se a uccidere Chiara Poggi sia stato o meno l'ex studente bocconiano, da sempre il solo imputato per quel delitto che, a distanza di oltre sette anni, è ancora irrisolto.

La sentenza chiuderà il processo di secondo grado celebrato di nuovo dopo che la Cassazione aveva annullato la precedente assoluzione di Stasi e rinviato gli atti alla magistratura milanese ritenendo che occorresse una "rivisitazione e una rilettura" di tutti gli indizi, alcuni dei quali da approfondire con ulteriori accertamenti. Con questi 'paletti' la Corte, davanti alla quale lo scorso aprile si è aperto il cosiddetto processo d'appello 'bis', oltre al sequestro della bici nera da donna nella disponibilità degli Stasi, ha disposto altri accertamenti.