Con Scarpino inutilizzabile, una parte della spazzatura genovese finirà alla Spezia. L’accordo tra le aziende che gestiscono lo smaltimento di rifiuti nelle due province (Acam e Amiu) e con il benestare della Regione Liguria e dell’assessore all’ambiente Raffaella Paita, sarà messo a punto nei prossimi giorni: con tutta probabilità il costo per i genovesi triplicherà rispetto a quanto si spendeva con lo smaltimento a Scarpino.
Con una determina (la n.936) datata 23 dicembre 2014 la Provincia della Spezia ha autorizzato il conferimento temporaneo di rifiuti provenienti dalla provincia di Genova nell’impianto di Saliceti a Vezzano Ligure. Si tratta di 100 tonnellate al giorno.
Il conto è presto fatto: Acam Ambiente afferma che il costo medio che i comuni dello spezzino pagano per ogni tonnellata di rifiuti ammonta a circa 200 euro. A questi si devono aggiungere le spese di trasporto (un centinaio di euro al giorno per 5 mezzi che porteranno la rumenta genovese nel levante ligure). Il totale di 300 euro è circa il triplo di quanto costava lo smaltimento nella collina di Genova.
Infatti “Il costo di conferimento dei rifiuti nella discarica di Scarpino – affermava l’assessore Garotta in consiglio comunale a Genova il 30 settembre scorso - di certo è più basso di 100 euro a tonnellata”. Insomma Acam e il suo impianto costano almeno tre volte tanto.
Il dato si spiega anche con il fatto che Saliceti non smaltisce definitivamente i rifiuti, ma il trasforma: una parte diventa combustibile da rifiuto (da trasferire in termovalorizzatori o cementifici fuori regione), un’altra parte residua va portata in discarica (anche qui fuori Liguria, perché non ci sono siti disponibili nei confini della regione).
Portare direttamente i rifiuti nei termovalorizzatori italiani sarebbe costato comunque almeno la metà rispetto all’operazione La Spezia, ma evidentemente il disegno messo a punto dalla Regione Liguria, con la provincia spezzina e Amiu, sembra avere un obiettivo che esula dall’emergenza rifiuti genovese.
E tutto sembra ricondurre alla necessità di dare un "aiutino" ad Acam, la multiutility spezzina da tempo sull’orlo del dissesto finanziario. Acam gestisce l’impianto di Saliceti, è pesantemente indebitata e lo è anche nei confronti di Amiu. Inoltre l’attuale direttore generale di Amiu è lo stesso che ha amministrato Acam negli anni più bui della sua storia: Ivan Strozzi.
Con lui i debiti di Acam erano arrivati al livello record di 500 milioni di euro. Strozzi era stato scelto nel 2007 dagli azionisti di Acam: il comune della Spezia era il primo azionista, e il sindaco era (ed è ancora) Massimo Federici (ora anche presidente della Provincia), l’assessore alle società partecipate del comune della Spezia era Raffaella Paita (ora assessore all’ambiente della Regione Liguria).
Insomma gli stessi personaggi che hanno contribuito con le loro decisioni al pesante indebitamento di Acam (Paita, Federici, Strozzi), ora nelle nuove vesti mettono a punto una manovra che consente di risanare (seppure in parte) l’azienda, facendo pagare il conto ai genovesi che si trovano senza discarica, in una Regione che attende ancora il nuovo piano dei rifiuti.
politica
Rifiuti genovesi verso Spezia ma il costo è triplicato
La strana operazione sembra un "aiutino" per Acam
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