
Ma facciamo un passo indietro, succede tutto nella prima giornata dei saldi: parcheggi gratis decide il Comune di Genova con la sola esclusione di Piazza della Vittoria dove la gestione è di Apcoa che decide di non aderire all'iniziativa. Cosa succede? Come testimoniato anche da Primocanale, tanti genovesi arrivano in centro, posteggiano in Piazza della Vittoria, pensando che la gratuità fosse riferita anche all'area ma prendono la multa. Nella zona, raccontano gli sfortunati automobilisti genovesi, non era indicato in modo evidente il fatto che in quei parcheggi si dovesse pagare. E poi alcuni non sapevano che Piazza della Vittoria fosse esclusa dall'iniziativa. Morale della favola? Tante multe da pagare e tanta rabbia. E da parte dell'Ascom arriva una richiesta importante:
"Chiediamo quindi , in un periodo di grave crisi economica dovuta anche ai recenti fatti alluvionali alla società Apcoa, che proprio durante i giorni dell'alluvione multava e faceva pagare i parcheggi in un area fortemente colpita dove gli avventori credevano fosse gratuita come in tutte le altre zone della città e come è successo ieri in occasione del primo giorno di saldi e quindi in un momento in cui i meno attenti venivano comunque in buona fede a parcheggiare presso Piazza della Vittoria, mostri sensibilità verso il mondo del commercio che si troverebbe in grave difficoltà nel dover giustificare ai propri clienti il pagamento di una sanzione di trenta euro.
Vorremmo altresì che vengano forniti i dati di Apcoa per Piazza della Vittoria sulle ore di parcheggio scoperto il primo sabato di gennaio 2014 e il primo sabato di Gennaio 2015 in modo da poter capire la differenza tra le multe date ieri e lo scorso anno", scrive ancora Ilaria Mussini che manda un invito a Tursi
"Siamo sicuri che l'amministrazione comunale , che si è così positivamente mossa a favore del commercio , ci aiuterà a trovare con Apcoa una soluzione nell'interesse dei cittadini genovesi"
IL COMMENTO
Genova e il Turismo, un rapporto complesso con i camerieri
Leonardo, Fincantieri e la guerra: l'etica non può essere solo italiana