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Il dottorato di ricerca è una 'garanzia' per trovare un'occupazione: a 4 anni dal conseguimento del titolo, lavora il 91,5% dei dottori di ricerca, a sei anni il 93,3%. E' quanto sottolinea l'Istat nell'indagine sull' "Inserimento professionale dei dottori di ricerca", parlando di 'vantaggio competitivo che permane' associato al dottorato di ricerca.

L'occupazione di chi ha conseguito il titolo (nel 2010) è elevata in tutte le aree disciplinari, in particolare tra i dottori delle Scienze matematiche e informatiche e dell'ingegneria industriale e dell'informazione (oltre il 97% lavora a sei anni dal dottorato) e risulta più bassa tra i dottori delle Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e filosofiche (media dell'88%). Cresce, secondo l'Istat, la quota di occupati con un lavoro a termine (43,7% a sei anni, 53,1% a quattro, nell'indagine precedente era rispettivamente del 35,1% e del 43,7%).

La soddisfazione generale rispetto all'attività lavorativa è di 7,2 punti su un massimo di 10; più alta la soddisfazione per l'autonomia e le mansioni svolte, più contenuta quella per le possibilità di carriera e la sicurezza del lavoro. A sei anni dal conseguimento del titolo, precisa l'indagine, i dottori percepiscono un reddito netto medio mensile di 1.750 euro; a quattro anni il reddito dei dottori del 2010 è di 1.633 euro.

Le aree disciplinari associate ai redditi più alti (1.900 euro a sei anni) sono le Scienze mediche, Scienze fisiche, Ingegneria industriale e dell'informazione, Scienze economiche e statistiche e Scienze giuridiche. I dottori di ricerca che vivono all'estero al momento dell'intervista sono il 12,9% (+6 punti rispetto alla edizione del 2009). Gli uomini hanno una maggiore propensione alla mobilità verso l'estero (16,6%) rispetto alle donne (9,6%).