
Tra tanti interventi contrari all'attuale formulazione dell'Italicum, il più dettagliato è stato sicuramente quello del senatore Federico Fornaro del Pd che ha parlato in dissenso col suo Gruppo. "Noi stiamo votando questa legge dopo un intervento della Corte costituzionale, il modello che ci viene presentato dei 100 capilista ha un vizio: non predetermina il numero di eletti che non passano al vaglio delle preferenze".
In pratica, secondo Fronaro ci si potrebbe trovare davanti a una situazione imprevedibile. "Se cioè si votasse domani mattina, e prendo ad esempio l'ultimo sondaggio disponibile, quello di IPSOS sul Corriere della Sera, la futura Camera sarebbe così composta: Partito Democratico 340 eletti (100 capilista bloccati, più 240 con le preferenze); Movimento 5 Stelle 97 capilista; Forza Italia 70 capilista; Lega Nord 60 capilista; SEL 18 capilista; NCD 17 capilista; Fratelli d'Italia 15 capilista".
In base a quanto elaborato, con la legge elettorale in discussione, i numeri darebbero ragione all'ala più scettica che contesta l'attuale formulazione. "La futura Camera sarebbe composta da 387 non eletti attraverso le preferenze e 240 eletti con le preferenze. So qual è l'obiezione che mi è stata avanzata anche dal segretario del mio partito, cioè che attraverso l'uso delle pluricandidature si allargherebbe il numero di eletti con le preferenze. Faccio presente che i tre principali partiti (PD, Movimento 5 Stelle e Forza Italia), in coerenza con quanto è stato detto, difficilmente useranno lo strumento delle pluricandidature, quindi tecnicamente e matematicamente le pluricandidature, al massimo, potrebbero andare ad incidere intorno al 10 per cento", ha proseguito Fornaro.
Le conclusioni confermano comunque la divisione all'interno del Pd e la distanza notevole tra le due tesi. "Con questa legge, andremmo ad eleggere un Parlamento che avrebbe tra il 50 ed il 60 per cento di non eletti attraverso le preferenze. [...] Qui c'è un altro gioco più importante che è come, in democrazia, si scelgono i propri parlamentari. Non siamo innamorati delle preferenze, ma certamente un Parlamento con maggioranza nominata noi non siamo disponibili ad accettarlo", ha conluso Fornaro.
IL COMMENTO
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