politica

La lettera
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Gentile direttore,
ho letto il suo articolo sul caso Costa che lascia almeno in parte Genova e credo che alcune ulteriori riflessioni siano necessarie.
Solo per citare alcuni episodi recenti, a Genova abbiamo avuto problemi gravi con la Carige, la Sampdoria passata di mano da Garrone a Ferrero, il Genoa è già di Preziosi da anni, il Secolo diventato in maggioranza della Stampa di Torino. In più vi racconto un episodio, con il Vice Ministro del Mise con delega al commercio estero Carlo Calenda che mi ha spiegato perché la città non merita nulla e come, stante l’inefficienza di Ucina, Comune, Regione, non darà un euro per il Salone Nautico (ed ha ragione, al di là del superficiale campanilismo). 

Ora tocca a Costa Crociere che si ridimensiona. Ma non vogliamo capire che la vicenda della Concordia ha influito pesantemente su questa decisione? Che ci hanno portato un relitto ma che in pratica l’azienda se ne va da Genova e dall’Italia perché dopo aver dato molto al Paese ed essersi comportata in modo esemplare nella drammaticità del gravissimo incidente si è sentita solo accusare di gravi responsabilità? Per non parlare del ridicolo litigio fra Piombino e Genova  per accaparrarsi il relitto mentre era la Costa a scegliere (come io ho spiegato sul quotidiano Il Tirreno mentre tutti litigavano) perché la società  seriamente non ha mai abbandonato il relitto e si è assunta tutte le responsabilità e, insieme al sistema assicurativo, i costi conseguenti. A fronte di ciò, Costa Crociere ha ricevuto solo attacchi e non ha battuto ciglio, ma come possiamo meravigliarci se ora praticamente se ne va?

Ora e solo ora Merlo e Burlando partono per Miami per andare dal “padrone”? Non era meglio tenere relazioni strette con Thamm? E ancor prima con Donald, l’amministratore delegato del gruppo? Risparmino i soldi del biglietto a spese dei cittadini: ormai è tardi le decisioni sono prese. Il problema è che le istituzioni latitano da tempo!

Mi ricordo pochi mesi fa quando un italiano doc, l’amministratore delegato di Gnv dott. Martinoli, ha presentato un’interessantissima indagine sulla ricaduta del lavoro della sua azienda sulla città di Genova. Sapete quanti amministratori erano presenti tra Comune Regione? Nessuno! L’unico politico in sala ero io, perché credo che dobbiamo tenerci ben strette realtà come Gnv e che, invece, nessuno si fila. Se un giorno anche questa società annunciasse di lasciare Genova, solo a quel punto Burlando e Merlo partiranno per la Svizzera a parlare con l’azionista? La verità è che si proteggono solo gli appartenenti a una casta nota da anni, gli altri vengono sistematicamente ignorati. Io ho fatto il venditore per anni, dal 1977, e so che i clienti vanno seguiti, coccolati, e non inseguiti quando ormai hanno deciso di andarsene. Genova ha molto da imparare, deve diventare umile e disponibile e non essere arrogante e presuntuosa!