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Solo un elettore su due è andato a votare. A urne chiuse l'affluenza alle regionali si ferma al 53,9%, una vera emorragia di voti, ben undici punti in meno rispetto a cinque anni fa, quando andò a votare il 64,1% degli aventi diritto. Anche per l'elezione dei sindaci e dei consigli comunali, generalmente più sentita dagli elettori, sono andati a votare solo il 65%; il dato precedente omologo superava il 73%.

Una campagna elettorale fatta di faide e guerre tra e dentro le forze politiche, i candidati "impresentabili" e le polemiche che ne sono seguite, il bel tempo e il ponte del 2 giugno devono aver contribuito a spingere molti elettori lontano dalle urne. Come diversi candidati temevano. Il calo è verticale anche rispetto alle europee dello scorso anno, quando in Veneto votò il 63,9%, in Liguria il 60,7%, in Toscana il 66,7%, in Umbria il 70,5%, nelle Marche il 65,6%, in Campania il 51%, in Puglia il 51,5%.

Alla chiusura dei seggi in Liguria ha votato per le regionali il 50,7% degli elettori, in diminuzione di più di dieci punti rispetto alle precedenti omologhe, quando furono il 60,9%; in Umbria ha votato per le regionali il 55,4% degli elettori, con un calo di dieci punti; in Campania ha votato il 51,9% contro il 63% di cinque anni fa; il Veneto, che registra la percentuale più alta, si è fermato al 57,2% (era il 66,5%), in Toscana ha votato il 48,2% degli elettori, in diminuzione di circa undici punti rispetto alle precedenti omologhe (60,9%).

Forte il calo di votanti in Puglia, dove ha votato per le regionali il 50% degli elettori, in diminuzione rispetto alle precedenti omologhe quando andò a votare il 63,2%. La disaffezione è forte anche nelle Marche se è vero che è andato a votare per le regionali il 49,8% degli elettori, in calo di quasi tredici punti rispetto alle precedenti omologhe (62,8%). Per il comune di Venezia il 59,8% dei cittadini è andato a votare, erano stati il 68,6% alla passata tornata.