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Si estende la sperimentazione del progetto Orto di Nemo
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Fagioli, lattuga, aglio, timo, finocchietto, coriandolo, fragole e persino fiori di nasturzio: si estende a nuove sperimentazioni il progetto battezzato 'Orto di Nemo', iniziato due anni fa a Noli, sulla costa del ponente ligure, con la coltivazione di basilico in biosfere trasparenti ancora tra i sei e dodici metri di profondità, e presente ora a Expo 2015.

"Grazie al supporto del Centro di sperimentazione e assistenza agricola (Cersaa) di Albenga - ha detto il promotore del progetto Sergio Gamberini, amministratore unico della Mestel Safety - abbiamo iniziato in questi giorni la semina di svariate tipologie di verdura e frutta e nel giro di una settimana dovremmo completarla.

Il principio - spiega - è quello di creare fonti alternative di produzione di vegetali là dove le condizioni ambientali terrestri particolarmente estreme non rendono disponibile acqua dolce, terreni fertili e sono caratterizzate da forti escursioni termiche tra giorno e notte. Tutte condizioni che pongono forti barriere all'agricoltura convenzionale. Tutte le zone di mare prospicienti aree desertiche o isole coralligene".

Ora la struttura, coordinata da Gianni Fontanesi, è composta da sei biosfere, una da 2 mila litri e quattro da mille e una nuova a forma di 'candeliere' dove si sperimenta la coltura dei nasturzi. Sul sito Nemo Garden (nemosgarden.com), attraverso sensori collegati a una biosfera, si vedono le variazioni tra giorno e notte della temperatura dell'aria e l'umidità. E' la ricerca che crea innovazione per un futuro sostenibile".