"Ricordatelo bene, un popolo senza Dio, un Dio senza popolo, un popolo senza fratelli: questa è una fede senza solidarietà". "Il messaggio più forte che vi voglio lasciare è questa fede solidale, il dialogo chiede solidarietà di fratelli, anche per difendere la fede, perché questa fede solidale sia di tutta la comunità". Lo ha detto il Papa nella baraccopoli di Banado Norte, chiedendo "vescovi e preti capaci di sostenere questa fede solidale. Restiamo uniti - ha concluso, preghiamo, non lasciate che il diavolo ci divida".
Il Papa gesuita rende omaggio all'esperienza delle "reduciones" fondate dei gesuiti in America latina tra Seicento e Settecento. E rilancia: se è stato possibile allora, perché non è possibile oggi costruire "una società più umana" in cui "tutti abbiano accesso ai beni necessari e nessuno sia escluso?". E ricordate, rimarca, che "fraternità, giustizia e pace sono parole concrete, se sono solo nominalismi, allora non servono". "Mi vengono in mente - spiega - quelli che fanno discorsi molto eloquenti, con tante parole, poi conosci la persona, capisci che per lui sono solo parole, e pensi: 'che bugiardo'".
"Giustamente il Paraguay - ha detto papa Francesco nel palazzo dello sport, che può ospitare anche 5mila persone - è noto in tutto il mondo per essere stato la terra dove iniziarono le 'Riduzioni', una delle più interessanti esperienze di evangelizzazione e di organizzazione sociale della storia. In esse, - ha commentato - il Vangelo era l'anima e la vita di comunità dove non c'era fame, né disoccupazione, né analfabetismo né oppressione. Questa esperienza storica ci insegna che una società più umana è possibile anche oggi. Quando c'è amore per l'uomo, e volontà di servirlo, è possibile creare le condizioni affinché tutti abbiano accesso a beni necessari, senza che nessuno sia escluso. Bisogna cercare e trovare le soluzioni".
Il Papa - che ha parlato molto a braccio, e prima di intervenire ha ascoltato alcune testimonianze - ha preso le mosse dall'incitamento, anche se "ci sono cose che vano male e situazioni pesanti", a non perdere la speranza,forti del fatto che il Paraguay è un paese giovane, la cui cultura è stata costruita "tutti insieme", insieme "per il bene comune". Ha invitato i giovani a non rinunciare a sognare "cose grandi", e a dialogare con gli anziani e i nonni. Ha denunciato la mancanza di lavoro che ha "giubilato, pensionato, i giovani". Ha incitato ad affrontare i "conflitti" sempre attraverso il "dialogo", a superare le "differenze", e praticare "l'inclusione". Ha insistito su questo anche a proposito del "dialogo interreligioso".
Le culture autentiche, ha detto, "non sono chiuse su se stesse". Ha apprezzato la cultura popolare: "il popolo - ha detto - ha cultura, fa cultura". Il Papa ha rinnovato il proprio invito ad "accogliere il grido dei poveri", ma non avere uno "sguardo ideologico su di loro" e ha affermato che la "creazione della ricchezza è indispensabile" per un Paese, gli economisti devono giocare un ruolo perché al centro ci sia la "persona", e non il "dio denaro".
E' stato a questo punto che il Pontefice ha ricordato l'esperienza delle "reduciones" gesuitiche. Affrontando quindi i temi economici, sempre a braccio, papa Francesco ha espresso una dura condanna della corruzione. C'è stato anche un inserto a braccio sul peso dei regimi politici violenti e delle "dittature".
cronaca
Papa in Paraguay, ultima tappa in Sudamerica
Ha ricordato guerre e dittature superate con coraggio da gente comune
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