Cgil, Arci, Medici Senza Frontiere, Amnesty International, Terre des Hommes, Avvocato di Strada, Comunità di San Benedetto e Campagna LasciateCIEntrare, Asgi e Simm, hanno presentato un esposto all'Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del consiglio dei Ministri) per segnalare il contenuto dell'ordinanza anti-immigrati emessa l'1 luglio dal Sindaco di Alassio.
L'ordinanza, evidenzia una nota, prevede "il divieto a persone prive di fissa dimora, provenienti da paesi dell'area africana, asiatica e sud americana, se non in possesso di regolare certificato sanitario attestante la negatività da malattie infettive e trasmissibili, di insediarsi anche occasionalmente nel territorio comunale".
Nell'esposto, redatto dall'avvocato Alessandra Ballerini, si spiega che non è vero "l'esponenziale aumento sul territorio comunale di cittadini stranieri provenienti da diversi stati africani asiatici e sudamericani" a fronte "della destinazione di 8 profughi al territorio alassino".
Inoltre, riguardo alla necessità di tutela sanitaria, si riporta la precisazione dell'ALS 2 per cui i migranti "quando giungono in provincia di Savona vengono visitati nella sede Asl di via Scarpa e successivamente indirizzati verso le strutture di accoglienza, dove viene comunque assegnato loro un medico".
Di analogo contenuto il parere predisposto da Medici Senza Frontiere in cui, tra l'altro, si precisa che "ad oggi, non ci risulta che si ravvisino le condizioni per ritenere che vi sia a livello locale, così come nazionale, un'emergenza sanitaria in qualche modo collegata all'arrivo di popolazioni migranti sul nostro territorio".
L'esposto si conclude con la richiesta delle organizzazioni all'Unar di formulare un parere sull'ordinanza in questione, "valutando la compatibilità della vicenda descritta con le vigenti normative antidiscriminatorie".
L'ordinanza, evidenzia una nota, prevede "il divieto a persone prive di fissa dimora, provenienti da paesi dell'area africana, asiatica e sud americana, se non in possesso di regolare certificato sanitario attestante la negatività da malattie infettive e trasmissibili, di insediarsi anche occasionalmente nel territorio comunale".
Nell'esposto, redatto dall'avvocato Alessandra Ballerini, si spiega che non è vero "l'esponenziale aumento sul territorio comunale di cittadini stranieri provenienti da diversi stati africani asiatici e sudamericani" a fronte "della destinazione di 8 profughi al territorio alassino".
Inoltre, riguardo alla necessità di tutela sanitaria, si riporta la precisazione dell'ALS 2 per cui i migranti "quando giungono in provincia di Savona vengono visitati nella sede Asl di via Scarpa e successivamente indirizzati verso le strutture di accoglienza, dove viene comunque assegnato loro un medico".
Di analogo contenuto il parere predisposto da Medici Senza Frontiere in cui, tra l'altro, si precisa che "ad oggi, non ci risulta che si ravvisino le condizioni per ritenere che vi sia a livello locale, così come nazionale, un'emergenza sanitaria in qualche modo collegata all'arrivo di popolazioni migranti sul nostro territorio".
L'esposto si conclude con la richiesta delle organizzazioni all'Unar di formulare un parere sull'ordinanza in questione, "valutando la compatibilità della vicenda descritta con le vigenti normative antidiscriminatorie".
IL COMMENTO
Blazquez, basta mezze parole: è il momento di dire tutta la verità
Ddl vittime incuria, speriamo la norma non venga usata mai più