
Il neo assessore regionale rivela di aver chiesto “uno studio dei risultati dei corsi precedenti, perché – spiega - il rischio è quello di reiterare iniziative che poi lo sbocco occupazionale non lo creano. Non possiamo fare in modo che i corsi diventino un parcheggio per i ragazzi. Bisogna fare in modo che non diventi un circolo vizioso che si regge sul circuito interno dei corsi. I dati sul livello di occupazione in Liguria ci dicono che qualcosa non funziona. C'è una crisi di fondo – prosegue Cavo -, ma qualcosa in più si può fare. C'è una divergenza incredibile tra le richieste dei ragazzi per certe posizioni e i posti realmente a disposizione”.
Altro ruolo delicato che aspetta l'assessore regionale è quello che le deriva dalla delega ai Rapporti con il Consiglio, soprattutto alla luce della maggioranza risicata emersa dalle urne. Ma su eventuali frizioni interne alla maggioranza, Cavo rassicura: “i segnali sono più che positivi, la compattezza c'è. È chiaro che questa delega è impegnativa – aggiunge - perché è anche molto tecnica. Una fetta di tempo la porta via, anche perché è la delega che dà un po' i tempi dei provvedimenti da portare in Consiglio”.
Si passa quindi al tema cultura. “Dal punto di vista finanziario sgombriamo il campo da ogni dubbio: c'è poco da fare per quest'anno perché il bilancio che ci è stato lasciato ha impegnato già moltissime delle cifre. Rimane il capitolo dei grandi eventi, sul quale qualcosa ancora si può fare”, precisa l'assessore regionale. “Non sono d'accordo sui finanziamenti a pioggia che sono stati dati continuamente, che sul momento possono anche soddisfare tutti. Bisogna fare delle scelte e capire su cosa si vuole puntare”, conclude Cavo. “L'idea di fondo è che cultura è anche economia e turismo”.
IL COMMENTO
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