
"In diritto prima ancora che in fatto - è scritto nel provvedimento - in quanto lo scioglimento dei Consigli comunali è destinato a tutelare la comunità locale da possibili anche se non provate forme di condizionamento e infiltrazione della criminalità, e non a sanzionare penalmente le condotte dei singoli. Per tale ragione l'art. 143 del testo unico enti locali non richiede ai fini dell'emanazione della misura indizi né tantomeno elementi di prova circa la responsabilità penale degli amministratori locali, restando ben distinti i due diversi piani di accertamento, uno amministrativo di pericolo, l'altro penale di responsabilità".
Secondo il legale di Scullino: "La sentenza appare molto asciutta, piuttosto soft e, si potrebbe dire, quasi incerta nel dire che siano stati riscontrati elementi tali da poter certamente giustificare lo scioglimento del Comune di Ventimiglia. Il Collegio giudicante - prosegue il legale - sembra aver solo preso atto delle risultanze esposte dall'amministrazione a conclusione della propria attività d'indagine e dell'acquisizione di elementi dal Procuratore Distrettuale Antimafia di Genova. Dire, quindi, che non è 'illogico' o 'irragionevole' pensare che ci possano essere stati dei condizionamenti non è la stessa cosa che dire ci sono stati, sono stati provati anche solo su elementi indiziari dei condizionamenti".
I legali di Scullino contestano pure il fatto che "il Collegio giudicante si è limitato ad analizzare solo la relazione prefettizia del 2011 e il nostro primo ricorso del 2012, non tenendo in nessuna considerazione che nei successivi quattro anni si sono svolti numerosi processi e presentati nuovi ricorsi, tutti con esiti a noi favorevoli e che di fatto hanno puntualmente chiarito tutti i cinque rilievi che la commissione di accesso aveva riscontrato".
IL COMMENTO
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