
Il governatore della Liguria ha poi rincarato: "Certo, deve aver lasciato sconcertato il PD ligure il fatto che la scelta di manager pubblici non ricada, come è accaduto sotto di loro per un decennio, su qualche trombato dagli elettori, qualche ex dirigente di associazione vicino al partito, qualche parente, qualche portaborse. Si abituino", ha postato Toti, che ha concluso lapidario: "C'erano due possibilità per il PD: tacere per l'imbarazzo di dieci anni di scelte sbagliate, o appoggiare la nostra decisione di rinnovare la politica anche sulla Liguria. Hanno scelto la terza via: quella sbagliata. Ormai sembra diventato un vizio".
A distanza di qualche ora è arrivata la replica -ovviamente sempre via social network - dell'ex assessore regionale al Bilancio, il democratico Pippo Rossetti. "Il presidente Toti è un bravo comunicatore. Quando non sa cosa rispondere attacca l'interlocutore e pensa di cavarsela. Forse alza anche i toni della discussione per rendere più confuso il tutto e nascondere la semplicità della nostra domanda", ha scritto su Facebook Rossetti.
L'ex assessore regionale ha riproposto poi alcune domande al presidente ligure. "E' normale che il top manager di un'azienda che fattura e potrà fatturare milioni di euro a Datasiel - ora si chiama Liguria Digitale - diventi Amministratore Unico della stessa Datasiel?". E ancora: "Vi sembra garanzia di trasparenza e garanzia di tutela dei soldi pubblici? Sappiamo tutti che gli interessi economici intorno alla sanità sono enormi, L. Digitale fa gare sulle immagini e sui software per le Asl, che ne sono socie. Quando l'azienda di questo tizio vincerà una gara, come si sentiranno i concorrenti? E i cittadini?", ha chiesto Rossetti.
IL COMMENTO
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