politica

L'editoriale
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Ho aspettato 24 ore per mettermi alla tastiera. Un giorno per sedimentare critiche e complimenti dopo l’editoriale dal titolo “Ora che Filse cambia pelle aprite quegli armadi chiusi”. Le critiche fanno bene e fungono da stimolo per migliorarsi, i complimenti fanno piacere. Ma quando sia le une che le altre arrivano dallo stesso partito, le domande si infittiscono. 

Un primo pensiero va al presidente dell’autorità portuale genovese Luigi Merlo. Può darsi che lui stesso, in prima persona, non avesse l’interesse né la voglia di imbarcarsi nel cda Filse. Non stento a crederci. Troppo intelligente e preparato per un incarico che, dopo l’intervento della Giunta, alla minoranza non porta nulla (o quasi). Piuttosto Merlo si curi delle persone a lui più vicine che, brillando di luce riflessa, lavorano nell’ombra anche a sua insaputa. D’altronde, il teorema-Rixi  (Pd arrabbiato perché un posto non è andato all’Autorità portuale) non fa che confutare quanto detto e, soprattutto, scritto.

Il secondo pensiero va al ‘gioco delle 3 carte’ che il Pd ha cercato di fare. Ma che non gli è riuscito. Avevano già aperto il banchetto per fare il gioco ‘maggioranza vince-maggioranza perde-indovina chi ha la maggioranza in Filse’. Ma la delibera d’urgenza della Giunta regionale per aumentare i posti a tavola della Regione da 3 a 4 (di cui uno alla minoranza) li ha di fatto bloccati. Rabbia, nervoso e (per qualcuno) isterismo.  Alla faccia di quello spoil system di cui si trova traccia anche nella livorosa replica Dem.

L’ultimo pensiero va al Gruppo dei consiglieri regionali del Pd. Dopo l’editoriale hanno inviato la loro versione dei fatti: Caso Filse, il Pd replica: "Falsità". Una replica che non analizza i motivi dell’ennesima sconfitta, ma che vuole spostare l’attenzione su un nemico esterno su cui puntare il fuoco. Una cosa che non mi stupisce. Una vecchia tattica della comunicazione politica.