Il presidente Merlo ha iniziato per primo ad aprire alla trasparenza il Porto di Genova. Ha preparato un dossier (clicca qui), nel quale terminal per terminal ha dettagliato le scadenze delle concessioni, gli investimenti fatti dall'Apg, quelli dei terminalisti, i dati dell'occupazione.
Un lavoro molto preciso che ora si auspica venga consegnato anche alle altre Autorita Portuali. Il Presidente Merlo però non ha ritenuto di consegnare al momento i dati relativi ai canoni delle varie concessioni. Ma Liguria Civica ha intercettato i dati dopo una lunga ricerca sullaGazzetta Amministrativa (clicca qui)
A rivelarli è il sito di Liguria Civica, che attraverso il senatore genovese Maurizio Rossi ha chiesto e ottenuto dall'Autorità portuale di Genova un documento che riassume i punti principali relativi alle concessioni portuali. Tutte? No, perchè il riepilogo non comprende i canoni annui, cioè la cifra che i terminalisti versano all'Autority in cambio dell'affidamento delle aree.
Canoni che neppure le altre Autorità portuali liguri vogliono rivelare: il porto della Spezia fa sapere di attendere un parere del suo avvocato, mentre Savona invoca la privacy per i terminalisti. Eppure anche questi dati, relativi al porto di Genova, sono stati pubblicati sul sito del movimento politico ligure. Non per concessione dell'Autorità portuale, ma con un'ostinata ricerca in rete che alla fine ha dato i suoi frutti.
Messi insieme, i due documenti offrono una visione d'insieme delle concessioni in essere nel porto di Genova. Si parte dalle date di scadenza (2020 per Rinfuse, S. Giorgio, Forest, Gmt, Rebora-Spinelli, Silomar, Rinfuse, Sech, Petroli, 2029 per Messina, 2035 per Ati Messina–San Giorgio, 2051 per il Vte) per proseguire con gli investimenti realizzati da terminalisti e Autority, fino ai dati di occupazione relativi a ogni operatore.
Ora si tratterà di capire se questa prima apertura del porto di Genova sarà seguita dalle altre Autorità portuali liguri e se la trasparenza tante volte invocata in queste settimane, anche da parte di terminalisti e amministratori pubblici, si concretizzerà in informazioni chiare e a disposizione di chiunque ne chieda conto.
Dall'autorità portuale di Savona, come in quella dela Spezia, continua invece il silenzio su dati che dovrebbero essere pubblici. Tra appello alla privacy e alibi della burocrazia, né Miazza, né Forcieri hanno aprto i loro armadi. Nonostate le richieste continue.
Un lavoro molto preciso che ora si auspica venga consegnato anche alle altre Autorita Portuali. Il Presidente Merlo però non ha ritenuto di consegnare al momento i dati relativi ai canoni delle varie concessioni. Ma Liguria Civica ha intercettato i dati dopo una lunga ricerca sullaGazzetta Amministrativa (clicca qui)
A rivelarli è il sito di Liguria Civica, che attraverso il senatore genovese Maurizio Rossi ha chiesto e ottenuto dall'Autorità portuale di Genova un documento che riassume i punti principali relativi alle concessioni portuali. Tutte? No, perchè il riepilogo non comprende i canoni annui, cioè la cifra che i terminalisti versano all'Autority in cambio dell'affidamento delle aree.
Canoni che neppure le altre Autorità portuali liguri vogliono rivelare: il porto della Spezia fa sapere di attendere un parere del suo avvocato, mentre Savona invoca la privacy per i terminalisti. Eppure anche questi dati, relativi al porto di Genova, sono stati pubblicati sul sito del movimento politico ligure. Non per concessione dell'Autorità portuale, ma con un'ostinata ricerca in rete che alla fine ha dato i suoi frutti.
Messi insieme, i due documenti offrono una visione d'insieme delle concessioni in essere nel porto di Genova. Si parte dalle date di scadenza (2020 per Rinfuse, S. Giorgio, Forest, Gmt, Rebora-Spinelli, Silomar, Rinfuse, Sech, Petroli, 2029 per Messina, 2035 per Ati Messina–San Giorgio, 2051 per il Vte) per proseguire con gli investimenti realizzati da terminalisti e Autority, fino ai dati di occupazione relativi a ogni operatore.
Ora si tratterà di capire se questa prima apertura del porto di Genova sarà seguita dalle altre Autorità portuali liguri e se la trasparenza tante volte invocata in queste settimane, anche da parte di terminalisti e amministratori pubblici, si concretizzerà in informazioni chiare e a disposizione di chiunque ne chieda conto.
Dall'autorità portuale di Savona, come in quella dela Spezia, continua invece il silenzio su dati che dovrebbero essere pubblici. Tra appello alla privacy e alibi della burocrazia, né Miazza, né Forcieri hanno aprto i loro armadi. Nonostate le richieste continue.
IL COMMENTO
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