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L'assessore allo sport svela i costi a carico della collettività
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Quanto costa a Genova la domenica del pallone? Pioggia e vento in moto, code ai tornelli, sofferenza e palpitazione, dirà il tifoso. Per le casse del Comune, invece, la questione si fa monetaria. E non si tratta di spiccioli.

Ad ammetterlo subito è Pino Boero, assessore allo sport di Palazzo Tursi: “Sono costi che nascono dalla tradizione delle squadre genovesi, che hanno sempre goduto di un certo trattamento”. Un trattamento di favore, insomma. Il prezzo dell’ordine pubblico – che non si lega solo ai possibili disordini, ma anche solo al fatto che migliaia di persone si riversano in un quartiere congestionato – lo paga il Comune. Cioè i cittadini.

“Per ogni partita siamo sui 4.500 euro per la polizia municipale. Poi le transenne, che da qualche anno mettono direttamente le società e non più Aster, salvo partite molto particolari, ma parliamo di qualche centinaio di euro. Aggiungiamo il costo dei cartelli più qualcos’altro”. Il conto? “Abbiamo calcolato un range che vai dai 6 mila per una partita normale ai 9 mila delle partite a rischio che richiedono anche il transennamento dei parcheggi”.

Complessivamente si arriva sulle centinaia di migliaia? “Ma no, non credo – esita Boero – non sono spese così rilevanti. Possiamo arrivare forse ai 100 mila in caso di partite molto pericolose”. E invece, calcolatrice alla mano, le cifre sono un po’ diverse. Con due squadre in serie A, il Ferraris ospita una partita per ogni giornata di campionato. In tutto sono 38 incontri. Tenendo conto della cifra minima indicata da Boero (6 mila euro), si arriva a un totale di 228 mila. Si aggiungano i costi extra delle partite “calde” e si superano tranquillamente i 250 mila.

E alla domanda se in futuro potranno essere le società di calcio a pagare, si capisce che il cambiamento sarà arduo: “Con il dialogo e un ragionamento condiviso, se ne può parlare. Ma Genoa e Samp sono in cima ai cuori dei cittadini”.