“È tutto il sistema Savona ad essere in crisi. Soprattutto la dirigenza politica che finora ha dominato: il Pd”. Anche Andrea Melis, consigliere regionale M5s, si lancia all’attacco contro le istituzioni savonesi, che hanno alzati gli scudi contro l’accorpamento dell’autorità portuale con quella di Genova. E poi ancora il deposito di bitume, il caso Margonara e le imminenti comunali tra i temi affrontati nell’intervista rilasciata a Primocanale dal consigliere regionale.
ACCORPAMENTO DEI PORTI – Da savonese sono un po’ campanilista – precisa Melis - Ci tengo anch’io allo sviluppo del porto. Ma in questo momento sembra una difesa di poltrone in vecchio stile anziché cercare una governance comune con Genova. Ma il problema è l’intero sistema Savona, che tocca certamente l’autorità portuale, ma anche la dirigenza politica che l’ha dominata negli ultimi anni, cioè il Pd”.
BITUME COME LA MARGONARA? – Quello stesso Pd, ricorda Melis, “ha avallato una serie di scelte: il deposito di bitume, e ancor peggio il caso della Margonara”. Secondo il pentastellato, c’è il rischio che il caso bitume, al momento in stallo, finisca con una mazzata giudiziaria a carico di tutti i cittadini: “Recentemente una sentenza ha dato ragione all’imprenditore che ha avviato il progetto Margonara. Il Pd e l’autorità portuale sono stati gli attori in negativo della vicenda. Burlando aveva emanato un atto per fermare il progetto, ma è stato impugnato e si è dimostrato che non era un atto valido. Succederà lo stesso con il deposito di bitume? Tutte le istituzioni assicurano che non se ne fa più nulla, ma Melis resta all’erta: “C’è un ordine del giorno del Consiglio Comunale che ha valore politico, ma non amministrativo. E infatti l’iter amministrativo per il deposito è di fatto intonso, e completo. Manca solo l’intesa con Mise. Di conseguenza rischiamo di ripercorrere il caso Margonara”.
IL M5S VERSO LE COMUNALI – Secondo Melis, le chiavi di volta saranno due: “Il programma deve essere credibile. Deve avere una visione a lungo termine, immaginare una Savona 2.0 tra 15-20 anni. L’errore di chi ha amministrato finora è non aver fatto rete, non aprirsi all’esterno. Savona è diventata chiusa in se stessa, e ora ne paghiamo le conseguenze, siamo in una posizione di secondo piano. E non ce lo possiamo permettere”. E poi il candidato. Anche lui “credibile, ma non per forza famoso. Dove abbiamo vinto non era famoso”. Di nomi, Melis non vuole proprio farne: “Ora non è prioritario”. A sceglierlo saranno i cittadini o il gruppo dirigente? “Non esiste un gruppo dirigente, non abbiamo la struttura gerarchica di un partito. Sceglieranno i cittadini, la base sono sempre gli attivisti iscritti al blog. Credo che entro dicembre-gennaio si muoverà qualcosa”. La scaramanzia impedisce di fare pronostici. Però c’è ottimismo: “Abbiamo le carte in regola per andare al ballottaggio. Centrodestra o centrosinistra? Non saprei dirlo”.
UN BILANCIO DAL CONSIGLIO – “Siamo partiti da zero, con tutte le difficoltà del caso. Eravamo consapevoli di incontrare pericoli, ostacoli e difficoltà. Nei primi 100 giorni abbiamo prodotto circa cento atti istituzionali, siamo su una media di uno al giorno. Ovviamente non basta la quantità, ci vuole anche la qualità, e lo sappiamo bene. Ma su questo ci stiamo affinando: reddito cittadinanza, trasparenza amministrazione, rifiuti zero.
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No all'accorpamento Savona-Genova, Melis: "Difesa di poltrone, il Pd responsabile della crisi"
Sulle comunali: "Andremo al ballottaggio, ma il candidato lo sceglie la base"
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