
A scatenare l'ira dei sindacati era stata una nota interna datata 7 ottobre: “Struttura vetusta e fatiscente, verrà chiusa”. Ma il nuovo penitenziario ancora non esiste e Savona sarebbe rimasta totalmente scoperta. Di qui il comunicato infuocato della Uil, che ha ottenuto l'effetto sperato: al Sant'Agostino rimangono i servizi essenziali, almeno per i nuovi arrestati.
“Sarebbe stato impossibile chiudere questo carcere senza averne uno pronto”, spiega Fabio Pagani di Uil Penitenziari. “Impossibile perché la struttura serve un circondario immenso. È il carcere più affollato dopo quello di Genova Marassi. Non sono i sessanta detenuti stabili a far paura – spiega ancora Pagani – ma i nuovi arrestati. Solo tra luglio e agosto scorsi ne sono arrivati una sessantina”.
Lasciare sguarnito il circondario savonese avrebbe comportato disagi per tutto il sistema regionale: “I detenuti sarebbero stati smistati a Marassi e ad Imperia, che sono già al collasso”, osserva Pagani.
La patata bollente è rimandata a data da destinarsi. Savona si tiene il Sant'Agostino, ma del progetto di un nuovo carcere non c'è traccia.
IL COMMENTO
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