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Il barese insoddisfatto, la sua esperienza blucerchiata finora negativa
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Antonio Cassano e la Sampdoria, una seconda vita che potrebbe durare davvero poco, lo spazio di quattro mesi o poco più.

Finora 233 minuti in campo, prestazioni insufficienti e adesso quel labiale. Poche parole pronunciate a Pepito Rossi e catturate dalle telecamere che fanno esplodere il caso: “Come sto io? Una merda”.

Un ritorno, quello in blucerchiato del numero 99, frettoloso, una scelta del Presidente Ferrero per cercare di placare la rabbia dei tifosi dopo il ko della Sampdoria in Europa League contro la Vojvodina. Scelta che, alla prova dei fatti e nonostante le parole di Zenga, impegnato a cercare di gettare sempre acqua al fuoco, si sta dimostrando errata e poco produttiva per la Samp.

Già, Zenga. Il tecnico, anche lui ora sulla graticola dopo il ko contro la Fiorentina, in pochi giorni è dovuto intervenire due volte per parlare di Cassano che, in fin dei conti, è giocatore sempre rimasto ai margini del progetto tecnico sampdoriano : prima, venerdì’, per dire che “no, non l’ho escluso, non ha bisogno di fare la parte tattica” e poi, dopo la gara contro la Fiorentina per dire che “Cassano con Rossi stava scherzando”. E la memoria va indietro, a quanto l’allenatore della Sampdoria aveva detto nelle settimane precedenti l’arrivo del giocatore in blucerchiato, quando era chiaro che Zenga, di lui, ne avrebbe fatto a meno.

Ma che il futuro di Cassano possa essere lontano da Genova è ormai chiaro a tutti. Lui vorrebbe giocare ma la sua condizione atletica, nonostante gli allenamenti, è ancora decisamente precaria e non basta dire che “si può ottenerla giocando con continuità”. Da Bergamo suonano sirene suadenti, la società dovrà farci un pensierino perché più che un fattore positivo Cassano sta diventando un problema che rischia di ingigantirsi sempre più.

Primocanale.it da questa estate aveva raccolto i malumori di molti, tra tifosi e addetti ai lavori, che ritenevano scelta avventata quella di tornare su un profilo come quello di Cassano. Ora, dopo quest’ultimo episodio, cosa penseranno anche coloro che volevano Fantantonio a tutti i costi? Quel che è certo è che, in una stagione che rischia di diventare precaria, i problemi è meglio toglierli e non lasciarli germogliare quotidianamente.