Le dichiarazioni del professor Profiti, ex eminenza grigia della sanità vaticana, elargite nell’intervista esclusiva a Primocanale, le accuse non troppo velate al Gaslini di avere avuto meno finanziamenti rispetto al Bambin Gesù di Roma per la mancanza di un piano industriale non fanno che confermare che, intorno all’istituto pediatrico genovese, indubbia eccellenza internazionale, si sia tessuto un “affaire” forse perché diventava ingombrante.
Teoria complottista di bassa lega? Leggenda metropolitana? Retroscena ad uso mediatico? Fino a un certo punto. Il Gaslini è un importante biglietto da visita che da anni lotta stringendo i denti per mantenere un alto livello di ricerca e cura. Sostenere come ha fatto il professor Profiti che non attira finanziamenti perché non ha un piano industriale, perché non si specializza, perché non dovrebbe occuparsi di basse complessità, cioè malattie curabili in altri ospedali, e addirittura affermare che, aver perso alcuni professionisti a vantaggio del Bambin Gesù, sia diventato “un alibi”, mi pare ingiusto e mi fa venire cattivi pensieri.
Per esempio che quando il cardinal Bertone, è emigrato a Roma sulla scia di papa Benedetto XVI a fare il segretario di Stato, portandosi al seguito Profiti, sia stato “dimenticato” il Gaslini, (utilizzo un termine “sottile” come le risposte del manager alla tv) considerandolo un ospedale di periferia e non una eccellenza nazionale. Chiedere al Gaslini di diventare un Eden delle specializzazioni teoricamente è anche affascinante.
l problema è: chi curerebbe in questo caso i bambini “normalmente malati” in Liguria? Troppo facile dare ricette o regalare lezioni di alta sanità, senza tenere conto della realtà territoriale. Pensare in un futuro a un Gaslini superspecialistico, con alta ricerca e alta chirurgia, per esempio dedicato ai trapianti o alla genetica o ad altro settore può essere un esercizio affascinante e vale per ogni ospedale della Liguria. Ma oggi la realtà è un’altra.
Certo, se la politica locale si fosse occupata nel passato di più di questa sua eccellenza, sarebbe stato meglio. I parlamentari si sono fatti vedere solo in occasione delle visita papali che hanno sempre fatto tappa nell’istituto a significare l’attenzione del Vaticano a questo centro medico.
La speranza è che oggi, svanito lo strapotere del cardinal Bertone, l’arcivescovo di Genova Bagnasco faccia sentire la sua voce forte in difesa di questo istituto che è sempre stato un vanto genovese. Magari con una seria verifica sui progetti e sul valore qualitativo e quantitativo dell’istituto che sgomberi il campo dai sospetti pilotati . Una specie di dew diligence come si fa per valutare le imprese.
Qualcuno che risponda alla domanda: quanto vale il Gaslini in Italia e in Europa? Genova ha bisogno di un Gaslini forte, autorevole dove i meriti sono riconosciuti e ricompensati. Saremo anche campanilisti, ma siamo stufi dei piagnistei e delle coltellate nei corridoi.
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Sanità Vaticana: a chi serve "frenare" il Gaslini?
Spicchi d'aglio
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