porti e logistica

Ospite a Primocanale il direttore dell'aeroporto di Genova
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Il costo del biglietto aereo tra Genova e Roma è lievitato in modo considerevole dopo l'uscita di scena di un vettore low cost. Il direttore dell'aeroporto di Genova, Paolo Sirigu, analizza, insieme all'andamento dello scalo genovese, il motivo di un biglietto mediamente caro e suggerisce ad Alitalia la soluzione.


Aeroporto di Genova, una risorsa o un peso per la città? - Spero che tutti, come me, la considerino una risorsa per il territorio, come tutte le infrastrutture. Basti pensare a tutte le isole presenti nei nostri mari: quelle che possiedono un aeroporto hanno un grande afflusso di turisti. Una città senza aeroporto, dunque, si impoverisce.

Come opera l’aeroporto in situazioni di prezzi proibitivi? - Si tratta di due aspetti ben distinti: da una parte che cosa può fare il territorio per l’aeroporto, dall’altra che cosa fanno le compagnie aeree quando collegano i territori. Teniamo presente che un aeroporto tendenzialmente non si riferisce al comune di appartenenza ma a un’area molto più ampia. Per città come la nostra le compagnie aeree prendono in considerazione l’aeroporto nel momento in cui questo serve un bacino di oltre 3milioni di abitanti. Per questo motivo dobbiamo arrivare a conquistarci 3milioni di abitanti.
Il discorso delle tariffe è legato soprattutto alla novità Genova-Roma da quando Vueling ha dismesso la rotta dal 20 di ottobre. Di conseguenza abbiamo assistito all’incremento di tariffa da parte di Alitalia, questo perché nel periodo di Vueling c’è stata una continua battaglia sul prezzo. Vueling si era proposto come vettore low cost per creare un mercato diverso ed è riuscito nel suo intento; il vettore di linea si è poi voluto allineare a quel prezzo perdendo soldi. Noi abbiamo fatto presente questo fatto dando un suggerimento, cioè quello di pensare a tariffe intermedie.

Fuga di vettori low cost: potrebbe esserci qualche cortocircuito sul territorio? - Non possiamo incolpare nessuno, la concorrenza su Roma non riesce a resistere: Vueling dal 2000 ad oggi è stato il settimo vettore che ci ha provato. Un vettore è poco, due sono troppi. Invitiamo Alitalia ad aumentare le frequenze, potrebbe essere questo un calmiere per il prezzo.

La battaglia di Primocanale contro l’isolamento della Liguria: è una regione isolata anche dal punto di vista aereo? - Parlerei più mancanza di collegamenti: i collegamenti con l’aeroporto di Genova sono insufficienti rispetto a quello che il mercato vorrebbe esprimere. Dal 2013 ad oggi i collegamenti attivati e dismessi sono stati tanti e molto spesso su destinazioni importanti. La difficoltà è il mantenimento delle rotte: per questo, guardiamo al 2016 abbastanza preoccupati. Il prossimo anno avremo nuove destinazioni come Amsterdam, Düsseldorf e Glasgow, ma la domanda è: rimarranno queste rotte in un mercato che non riesce a dare giusti contributi? Abbiamo un bacino ristretto, non arriveremo a 3milioni di abitanti se non con il giusto collegamento delle infrastrutture sul territorio.

Rischiamo dunque di perdere altre rotte? - Sicuramente rischiamo di perdere altre rotte se non si agisce subito, tuttavia i presupposti per impedire questa perdita ci sono. Il collegamento con la ferrovia, per esempio, è qualcosa di fattibile e di semplice dove le opzioni sono due: lavorare sull’esistente migliorando il collegamento che già esiste con Sestri Ponente; e migliorare il percorso.

Chi deve fare cosa? - Sicuramente molte cose le può fare il Comune e le istituzioni, per quanto riguarda il mantenimento dei voli si parla di componenti private.

Si è parlato poi di management inadeguato - Se qualcuno deve giudicare il nostro operato è giusto che sia così, ma a noi interessano i risultati: da quando è fallita Alitalia, abbiamo mantenuto questa azienda sempre sana e attiva, ed è questo il risultato che conta. Il nostro dovere lo stiamo facendo e lo abbiamo fatto, non si può che migliorare. Per quanto riguarda il 2016 abbiamo pensato a implementare dei proventi senza parlare di tagli né di contenimento di costi né di licenziamenti. Abbiamo parlato di ricollocazione delle risorse: per questo motivo non capiamo perché questo dialogo non sia possibile.

Quali sono i rischi che corre la città di Genova di perdere il suo aeroporto? - Chiaramente se ci sarà una forzatura, ma anche in questo caso bisognerebbe parlare con i proprietari di casa quali Ministero dei Trasporti ed Enac. A parte questo, ci dovrebbe essere qualcosa di esogeno che metta nelle condizioni l’aeroporto di non poter lavorare.