
Erano sbarcati stamattina a Genova dal traghetto Tanit proveniente da Tunisi. Così come da Tunisi arrivavano i tre libici ora sottoposti a custodia cautelare a Marassi, sospettati di terrorismo internazionale. I cinque respinti oggi viaggiavano su auto Hyundai e Toyota nuove.
Gli agenti della polizia di frontiera non hanno giudicato soddisfacenti le loro risposte e hanno deciso di negare loro l'accesso al Paese. Ai poliziotti hanno solo detto di essere uomini d'affari e di essere diretti genericamente in Nord Europa. Avevano passaporti libici senza visto di ingresso in Italia e la documentazione delle auto era parzialmente regolari.
Intanto, verranno interrogati domani in carcere i tre libici arrestati domenica sera e trovati in possesso di foto inneggianti all'Isis. Il pm Pier Carlo Di Gennaro ha inoltrato al giudice la richiesta di convalida dell'arresto e di applicazione della misura cautelare in carcere.
Secondo il pubblico ministero, i tre, che si trovano rinchiusi a Marassi, devono restare in carcere perché ci sarebbero "aspetti di potenziale contiguità con gruppi terroristici internazionali" e i libici "potrebbero essere finanziatori e fiancheggiatori di cellule terroristiche".
Gli inquirenti stanno cercando complici a Genova: impossibile, secondo loro, che i libici non avessero una sponda a Genova, qualcuno che li aspettasse per fornire loro i documenti per le auto. Le tre Hyundai bianche, identiche, erano prive di assicurazione e senza regolari documenti di immatricolazione, per cui una volta sbarcate non avrebbero potuto mettersi in marcia e andare molto lontano. Il sospetto degli investigatori è che il contatto fosse proprio in porto o comunque non lontano dal Terminal Traghetti.
ALTRI DUE RESPINTI - La polizia di frontiera a Genova ha respinto altri due cittadini libici arrivati nel pomeriggio da Tunisi col traghetto Excellent. I due viaggiavano con una Dodge Ram 1500 e di Toyota Land Cruiser nuove, con documenti parzialmente irregolari. Come i cinque respinti nel primo pomeriggio di oggi hanno raccontato di essere uomini d'affari e di dover raggiungere il nord Europa per questioni di lavoro. I due erano in possesso di regolari passaporti libici ma sprovvisti di visti di ingresso in Italia. Tutte e sette le auto dei libici respinti hanno targa immatricolata a Tripoli. Gli inquirenti hanno anche fatto verifiche sui cellulari e in un caso anche sul computer dei libici respinti per verificare possibili collegamenti con i tre connazionali arrestati nel porto di Genova domenica.
IL COMMENTO
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