cronaca

Grassi: "Lavorare su tre turni, Genova non può più attendere"
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Slitta la discussione sul ricorso contro il cantiere dello scolmatore presentato da alcuni cittadini di corso Italia a Genova. Il Tar della Liguria aveva fissato la prima udienza a stamattina, ma il Comune ha chiesto più tempo per preparare la difesa e ha fatto rinviare l'appuntamento al prossimo 11 febbraio.

Si tratta dell'iniziativa di nove residenti che criticano la copertura del cantiere dove si lavora allo scolmatore del rio Fereggiano, responsabile di due alluvioni e sei vittime negli ultimi cinque anni. Il ricorso al Tar contesta solo la copertura del cantiere, ma rischia di bloccare i lavori. Tecnicamente è stato presentato contro "parte della determina dirigenziale con cui era stato approvato il progetto esecutivo del cosiddetto scolmatore del Torrente Bisagno, di cui lo scolmatore del Fereggiano rappresenta il primo stralcio del primo lotto". Il Pd aveva organizzato in risposta una manifestazione per il 'sì' con la partecipazione di trecento genovesi, mentre Alice Salvatore (M5s) ha difeso la posizione dei cittadini contrari.

Lavorare su tre turni per rispettare la tabella di marcia che permetterà la realizzazione di tutti gli interventi previsti per Genova. I lavori sul Bisagno sono urgenti e non più rinviabili per la sicurezza di tutti”. Lo dice Mauro Grassi, responsabile della Struttura di missione di Palazzo Chigi #italiasicura contro il dissesto idrogeologico. “Il prossimo 17 febbraio ho già programmato una giornata di sopralluoghi sui cantieri di Genova con Comune e Regione Liguria e sono certo che potrò constatare di persona i progressi dei cantieri antialluvione aperti nel capoluogo ligure".

"Auspico che prevalga il buon senso e che i lavori possano procedere speditamente - commenta Gianni Crivello, assessore comunale a lavori pubblici e protezione civile - La struttura di copertura del cantiere in Corso Italia è assolutamente provvisoria, in affitto sino all'agosto 2018, quando è prevista la fine dei lavori, dopodiché verrà smantellata. Non era possibile realizzare una tensostruttura, sarebbe stata anche più alta dei marciapiedi. La copertura attuale serve per ridurre l'impatto dell'inquinamento acustico e ambientale dei lavori, permette agli operai di lavorare su tre turni al giorno, sei-sette giorni alla settimana: tutto a vantaggio di un importantissimo progetto di messa in sicurezza del territorio".