
Non solo. Secondo il documento, la Liguria “è una delle Regioni con il costo pro capite più alto per la gestione, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti", tanto da paventare "un possibile intervento della sezione di controllo della Corte dei conti". La produzione pro capite di rifiuti supera la media nazionale di oltre il 14%, anche per il peso della presenza turistica, che nei Comuni costieri incide per oltre il 30,3% nel calcolo degli 'abitanti equivalenti'.
A complicare ulteriormente la situazione è la mancanza “strutture tecnologicamente avanzate straordinarie che avrebbero dovuto risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti ma che non sono mai state realizzate lasciando esposto il territorio a più livelli di illiceità, solo in parte scoperti e comunque da temere”. Le discariche sono finite e non ci sono inceneritori. In più, dei 174 siti industriali inquinati, rilevati dalla Regione, solo 52 sono stati bonificati. Insomma, maglia nera su tutti i fronti.
“L'impressione è che alcune situazioni latenti da anni siano esplose anche per l'intervento della magistratura e degli organi di vigilanza – commenta il procuratore di Genova - In precedenza la sensazione è che ci fosse una specie di quieto vivere, per cui si cercava di andare avanti, a prescindere dall'intervento della Procura i nodi sarebbero venuti al pettine. I rifiuti urbani in Liguria sono da decenni sempre finiti in discarica, non si discuteva di quale tipo o quale efficacia potesse avere il pretrattamento, in quanto si era spesso allo stato di pretrattamento zero. Si stanno facendo i conti con questa realtà perché le discariche prima o poi si sono esaurite e sono diventate ingestibili".
IL COMMENTO
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