"Non ci accontenteremo di verità presunte, come già abbiamo detto in occasione dei due arresti inizialmente collegati alla morte di Giulio Regeni. Vogliamo che si individuino i reali responsabili, e che siano puniti in base alla legge". Parola del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, in un'intervista in apertura di prima pagina a Repubblica in cui sottolinea che pur essendo l'Egitto un nostro "partner strategico" con "un ruolo fondamentale per la stabilizzazione della regione", l'Italia ha "il dovere di difendere i suoi cittadini".
Circa duemila persone hanno partecipato alla fiaccolata in memoria di Giulio Regeni a Fiumicello, in provincia di Udine. Il lungo corteo sotto una intensa pioggia è partito dal Municipio per raggiungere il vicino centro polifunzionale dove si terranno brevi interventi.
Restano intanto i dubbi sull'inchiesta egiziana. Dall'esame autoptico eseguito ieri sera sul cadavere di Giulio Regeni, il ricercato italiano ucciso al Cairo, non sarebbero emersi segni di abusi o di violenze sessuali subiti dal giovane. Regeni è morto per un colpo ricevuto in testa. L'equipe di medici legali ha riscontrato sul giovane i segni di un violento pestaggio e numerose abrasioni, fratture in varie parti del corpo, tuttora oggetto di analisi così come il colpo al capo che ha provocato il decesso. La frattura della colonna cervicale è stata determinata quasi certamente da una torsione innaturale del collo del giovane da parte di una persona che gli stava di fronte, ha avuto come conseguenze la rottura del midollo spinale e una conseguente crisi respiratoria, alle quali è seguita, infine, la morte.
Un autorevole quotidiano filo-governativo egiziano, Al Ahram, riferendo su risultati dell'inchiesta scrive che prima di scomparire il 25 gennaio Giulio Regeni ha partecipato ad una festa di compleanno "in compagnia di un certo numero di amici". Finora dai principali resoconti era emerso che Regeni fosse diretto, ma non arrivato, alla festa e fosse stato rapito durante il tragitto nel centro del Cairo prima delle 20.
"Le indagini degli uomini della Sicurezza" hanno analizzato "gli ultimi momenti prima della scomparsa della vittima ed si è constatato che egli era in una festa in compagnia di un certo numero di suoi amici e dopo è scomparso il 25 gennaio", scrive il giornale sulla sua versione cartacea. Con analoga fonte coperta ("secondo le indagini della sicurezza relative agli ultimi momenti"), l'informazione compare anche nel sito di Al Ahram ("la vittima partecipava a una festa in compagnia di diversi amici prima della sua scomparsa il 25 gennaio").
"La squadra di inquirenti esamina tutte le relazioni della vittima, sia con egiziani che con stranieri residenti al Cairo, e i luoghi che frequentava": lo scrive la versione cartacea di Al-Ahram. Il quotidiano rivela che "il generale Alaa Azmy, assistente del direttore del Dipartimento generale delle indagini di Giza", ha diretto investigazioni "approfondite per esaminare gli appartamenti abitati" della Città del 6 ottobre (il quartiere all'estrema periferia ovest del Cairo a nord del quale è stato rinvenuto il corpo di Regeni) "per esaminare coloro che li frequentano e li abitano".
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Gentiloni: "Su Regeni non ci bastano verità presunte"
Non sarebbero emersi segni di abusi o di violenze sessuali subiti dal giovane
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