
L'avvocato Marco Russo, già capogruppo provinciale del Partito Democratico per ora non si candida a sindaco di Savona, ma non fa mistero di avere un progetto di città diverso da quello che gli attuali vertici del partito stanno cercando di proporre con il dualismo Battaglia-Di Tullio.
"La qualifica di terzo incomodo non mi si addice, chi mi conosce sa che non ho l'aspirazione a svolgere il ruolo di guastafeste - esordisce ai microfoni di Primocanale - In realtà con un gruppo di amici stiamo portando avanti un discorso diverso che abbiamo presentato alla città in alcune occasioni".
Russo più che da candidato sembra dunque parlare come aspirante nuova guida del Pd savonese.
"Abbiamo cercato di dire che in questo momento il partito democratico debba cercare di svolgere un ruolo diverso da quello che purtroppo si sta incamminando a svolgere - sottolinea -Il nostro è un contributo di proposta politica, di contenuti e per il momento non ci sono altri sbocchi. Io non voglio che il discorso sulla candidatura possa in qualche modo sviare il ragionamento che facciamo sul progetto che il Pd deve obbligatoriamente adottare, proporre alla città per le prossime elezioni".
Ed ecco l'amara constatazione.
"Putroppo constato che ci stiamo avviando a ripetere l'esperienza molto dolorosa delle elezioni regionali - afferma l'avvocato Russo - Stiamo dando vita a primarie, strumento preziosissimo cheopportunamente utilizziamo, che in realtà sono un regolamento di conti interno al gruppo dirigente. E questo rischia di non appassionare i nostri elettori e di allargare quella distanza che si comincia a percepire tra la città e il nostro partito".
Da più parti, soprattutto sulla sponda di chi sostiene Cristina Battaglia, vedrebbero di buon grado la candidatura di Russo alle Primarie perché, si sostiene, potrebbe portare via voti a Di Tullio. Ma il diretto interessato, che appare trasversale rispetto sia Di Tullio che alla Battaglia non sembra prestarsi al gioco. E allora ci si chiede se il dualismo tra i due attuali candidati possa in qualche modo essere superato.
"Non faccio parte degli organismi dirigenti - afferma - mi sembra di capire che questa possibilità non ci sia. La situazione si è consolidata. Io però auspico di poter recuperare un senso di progetto comune nel Pd".
Marco Russo dunque non si ferma e con il gruppo di amici interni ed esterni al Pd va avanti ed è pronto ad una nuova assemblea pubblica dopo quella di gennaio.
"Noi a gennaio abbiamo rivolto una proposta alla città, al Pd e alle forze politiche. Abbiamo detto che è possibile avviare un percorso che metta in sintonia il Pd con la città, capace di raccogliere le idee che circolano in città e che faticano a trovare espressione. Abbiamo deciso di andare avanti, stiamo portando avanti un discorso e programmeremo nei prossimi giorni un'altra occasione per discutere dei contenuti anche nel dettaglio".
Poi il messaggio finale di speranza.
"Possiamo ancora vincere, il Pd ha un riscontro importante in città - conclude Russo - Ricordo che nel 2008 ci furono 16mila preferenze per il partito Democratico. E' una città che si sentirebbe vicina al messaggio del Pd a patto che il Pd riesca ancora a dare un senso di autenticità".
IL COMMENTO
Salis, quanto conta la bellezza in politica?
Dai dazi di Trump al voto per Genova, quando il mondo va alla rovescia