Alluvione 2011, le intercettazioni di Gabutti: "Sono stato un coglione..."

Delponte, Gambelli e Gabutti sono tra gli imputati del processo sull'alluvione di Genova del 2011 presenti in aula nell'udienza odierna. Assenti Vincenzi, Scidone e Cha.

Per tutti l’accusa è di omicidio colposo plurimo, disastro e falso. Alla sbarra è finito anche Roberto Gabutti, ex coordinatore dei volontari che avrebbero dovuto controllare il livello dei corsi d’acqua e risponde solo di falso per i verbali taroccati.

Un teste: "Gabutti mi disse che era stato un coglione a mandare quel foglio. Ero sotto pressione" - Secondo teste un collega di Gabutti, il quale Gabutti aveva il compito di coordinare i volontari della protezione civile durane l'alluvione. Racconta che il collega riceveva talvolta sul luogo di lavoro alcuni documenti relativi alla sua attività di protezione civile. L'attenzione del giudice e dell'avvocato di Gabutti si concentra su un foglio che Gabutti firmò in ufficio

Il lunedì dopo l'alluvione, che parlava "di un monitoraggio dei bacini". Una lista da integrare con i dati del compilatore. Credo che abbia fatto una scansione e lo abbia inviato dopo averlo compilato". Si tratta del documento per la cui presunta falsificazione è stato indagato Gabutti. "Dopo che venne indagato ne parlammo coi collegi. Gabutti mi disse che era stato un coglione a fare il falso e che lo aveva mandato perché era sotto pressione ma non disse a chi".

La moglie di Gabutti: "Mi disse mi stanno sul cazzo... Hanno inculato me" - Terzo teste la moglie di Gabutti separata dal 2011 "ma con un rapporto sereno". "Dopo l'alluvione ne parlammo al telefono e di persona per caso un giorno. Avevo saputo da mio padre che sui giornali c'era scritto di indagini in corso. In un paio di telefonate dissi a Gabutti che aveva fatto una sciocchezza per aver firmato un verbale con informazioni non corrette. Lui disse che si aveva fatto una sciocchezza che non dovevo fare. Io credo che sia stato dovuto alla e suine emotiva del luogo e della circostanza. Io gli dissi che forse si era sentito sotto pressione e lui disse che era stato un atteggiamento da cretino".

La moglie prosegue: "La motivazione era che era sotto pressione e motivi a salvaguardia del volontariato in generale". Il 17 ottobre 2102 Gabutti dice "Mi stanno sul cazzo, chi per togliersi dal casino e non fare una figura di merda ha inculato me".

Viene citata un'altra telefonata: l'unica cosa che sono riuscita a dire è che i volontari dicessero "Sono qui e poi stavano da un'altra parte". È successo alcune volte che un volontario dicesse Sono arrivato invece ad esempio era nel traffico. Succede". Nella telefonata si parla di un collega "quello scemo che aveva detto di essere sul Bisagno e invece era sulla Gea, un modo per definire il Polcevera, ma non per dolo. Si vagliano a volte"

La sorella di Gabutti: "Mi disse che non voleva far fare la brutta figura da ultimi stronzi ai volontari" - Quarto teste la sorella di Gabutti che ricorda che il fratello "aveva un ruolo di volontariato in protezione civile ma non per strada. Ho letto è avuto informazioni sul fatto che mio fratello fosse coinvolto in una indagine. Lo ho chiamato e ho chiesto delucidazioni. Per telefono". "Nelle telefonate ho chiesto di spiegarmi e lui mi ha raccontato che c'è stato un casino in quel momento. Che dopo l'alluvione c'erano state delle vittime... Mi ha fatto capire che si era sentito moralmente coinvolto e che aveva compilato una scheda "perché lo ho fatto e non dovevo. Mi sono sentito con pressioni morali e ho avallato una cosa che non dovevo per tutelare il volontariato della protezione civile per non far fare brutta figura".

Il 29 ottobre 2012, telefonata tra Gabutti e sua sorella: "Ho fatto una minchiata che è riportata da tutti, e ho fatto una cazzata e sono coinvolto. Se avessi avuto le palle per dire non abbiamo i dati. Io avrei dovuto dire che quei dati non li avevo... Ma per non fare la figura che i volontari sono gli ultimi stronzi... Se potessi incolpare qualcuno... Invece un cazzo...".

"La pressione la ebbe da persone del Comune" Ha poi dichiarato la sorella ma alla domanda dell'avvocato di Scidone di perché lo ha detto lei ha risposto che forse c'erano state telefonate successive da cui lo percepì.