
La Samp incassa 42 milioni di diritti tv, contro i 24 dei rivali. Il valore virtuale degli organici, che trova diretta misura nel monte ingaggi, vede il Doria impegnato per 28 milioni lordi, a fronte degli 8 dei gialloazzurri. Curiosamente, fino al cambio di fronte, l'attuale doriano Diakité era il secondo giocatore più pagato del Frosinone, con 250mila euro annui. Sono 18mila gli abbonati a Marassi, più del doppio delle 8mila presenze fisse al Matusa, per ora un desolato quadrangolo per tre quarti composto di tubi e assi di metallo.
Ma proprio nel manifatturiero sta il segreto del Frosinone. Cose concrete, non finanza. Il presidente Maurizio Stirpe, infatti, guida la seconda generazione dell'azienda di famiglia, che produce componenti in plastica per l'industria dei trasporti (auto, moto, aerei) e degli elettrodomestici, per 2500 dipendenti in Italia e all'estero e un fatturato in espansione arrivato a 500 milioni nell'ultimo esercizio. Nate come realtà ausiliarie della Fiat di Cassino, le società Prima e PSC sono cresciute fino a valere a Stirpe prestigio e credibilità congrui alle cariche associative di categoria fin qui ricoperte, sia come imprenditore (presidente di Confindustria Lazio e componente del Consiglio generale) che come dirigente sportivo (più volte consigliere di Lega, promotore della Lega autonoma di B).
Una realtà economica solida sta quindi alle spalle del Frosinone, che batte il Doria quanto a sponsor principale: assente sulle maglie blucerchiate, mentre la Banca Popolare del Frusinate versa un milione. Stirpe non ha comunque stravolto gli equilibri del club con la promozione: mercato basato su prestiti o svincolati, mentre a titolo definitivo sono arrivati solo il bulgaro Tonev in estate e il mese scorso il tedesco Kragl. Insomma, una società dal profilo basso e riluttante agli effetti speciali, tutto il contrario della Sampdoria: oggi, la ricetta genovese vale due punti in più. Ma a quale prezzo.
*Controcalcio in onda su Primocanale (ch.10 in Liguria) ogni martedi alle 21
IL COMMENTO
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