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Ma al M5S non basta, sit-in in Ministero
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Non si placa la battaglia tra i 5 Stelle e il governo sul decreto legislativo che recepisce la direttiva europea sui mutui, nonostante la maggioranza faccia un passo indietro. Salirà, infatti, da sette a 18 il numero delle rate non pagate perché si possa dare il via alla procedura di vendita della casa del debitore inadempiente senza percorrere la strada delle aste giudiziarie. E' quanto assicurano i deputati Pd in Commissione Finanze dopo la bagarre inscenata ieri dai 5 Stelle, costata ai deputati grillini ben 11 espulsioni. Quello sui mutui è " un provvedimento che recepisce una direttiva del 2014 fatta nell'interesse dei consumatori e i cui contenuti sono stati rafforzati dal governo, con condizioni che privilegiano i cittadini" assicura il presidente dei deputati dem Ettore Rosato che definisce le proteste del M5s "strumentali".

"Ingenerare preoccupazioni sui cittadini sui mutui è inutile, dannoso, fuorviante ed è teso unicamente a creare motivi di tensione" da parte di una forza politica, il M5s, che "ha la demolizione nel suo Dna" attacca il Pd. Ma il M5s non molla e trasferisce la protesta da Montecitorio da Via XX Settembre. Parlamentari e attivisti del Movimento si sono infatti trasferiti sotto il ministero delle Finanze per un sit-in che durerà fino a notte. Sono stati ricevuti dal sottosegretario Paolo Baretta ma non accettano mediazioni. "Diamo a Padoan 24 ore per dirci che ritira il decreto legislativo sui mutui altrimenti continueremo la nostra battaglia" è l'ultimatum che lancia il vicepresidente M5s della Camera Luigi di Maio, in piazza con gli altri parlamentari e componenti del direttorio pentastellato. Il 5 Stelle non ne vogliono sapere di correzioni, "contentini" e retromarce del governo: il provvedimento, affermano, deve essere ritirato, punto e basta.

E non credono "alla favoletta" del testo corretto prima delle proteste. Tesi sostenuta dal Pd che assicura: la bozza di parere che doveva andare in Commissione, "se solo ce lo avessero consentito" avrebbe contenuto modifiche che avevano già il parere favorevole del governo: "i colleghi del M5s lo sapevano benissimo". Ma i 5 Stelle non ci credono. "Il governo, beccato dal M5S con le mani nella marmellata, sta provando a pulirsele come può, facendosi aiutare dalla maggioranza. I palliativi presentati oggi dal Pd sono una toppa che non copre il buco" attaccano i 5 Stelle che contestano infatti il cuore del provvedimento e cioè il principio giuridico che consente all'intermediario finanziario l'alienazione diretta del bene messo a garanzia, senza passare da un tribunale. "Stanno trasformando le banche in giudici e in agenti immobiliari" rincarano gli eletti M5S. Rosato si dice dispiaciuti perché, con questo atteggiamento, i 5 Stelle impediscono "anche alle altre opposizioni di dare il loro contributo in merito alla vicenda". Ma anche Sinistra Italiana parla di una "toppa che è peggio del buco". "Il PD annuncia modifiche che cambiano di poco la sostanza" afferma infatti Giovanni Paglia che condivide la linea del Movimento: "si ritiri il decreto e si ricominci da capo". Ma il viceministro dell'Economia, Enrico Zanetti, non cede: "rendere più ampio il tempo è peggiorativo o tutelativo? Queste proteste sono inaccettabili".