Non c'è solo l'Entella nel momento d'oro di Chiavari e del Tigullio. Se la Virtus, in piena zona play-off, sogna la promozione in serie A, l'intera comunità chiavarese prova a entrare nel circuito dello sport europeo con una candidatura importante per rilanciare il turismo. E poi, su tutti, il dato dell'artigianato, che fa segnare una ripresa ancora sconosciuta in molte zone della Liguria. Tanto che secondo Roberto Levaggi non sarebbe sbagliato parlare di sistema Tigullio. Il sindaco di Chiavari ne ha parlato nel corso di Punto Giorno su Primocanale.
Il Tigullio sta vivendo nuova giovinezza economica, si può dire? - In effetti sì. Qualche tempo fa parlavo col presidente degli industriali della sezione Levante, l'ingegner Sacco. E secondo gli ultimi dati, artigiani e industrie stanno tirando e ricominciano ad assumere. Certo, è cambiata produzione, ci sono altre problematiche, ma diciamo che il Tigullio ha un momento positivo a differenza di altre zone della Liguria, e non solo nello sport.
Anche perché vediamo che, negli sport dove conta la moneta, le zone che tirano di più trasmettono capitali allo sport. Gozzi, presidente dell'Entella e di Federacciai, diceva che il Tigullio si sente economicamente più vicino a Milano che a Genova. C'è una sorta di dualismo tra Genova e il Tigullio? - Indubbiamente sì. Noi sappiamo anche delle polemiche quando passò la legge Delrio sulla cancellazione delle Province e l'istituzione delle Città metropolitane. Quella di Genova poteva benissimo finire al Golfo Paradiso perché Chiavari e il Tigullio sono realtà ben diverse. Non è questione di campanilismo, tanti chiavaresi vengono a Genova e tanti genovesi vengono a passarsi qualche ora decente in Riviera, o addirittura a lavorarci. Facendo rete tra Comuni, abbiamo dato al territorio una coesione sociale che è un valore aggiunto in termini di Pil. Anche gli economisti americani liberisti dicono che la coesione sociale tra Pubblica Amministrazione e territorio equivale a punti di pulti di Pil. Attraverso il calcio, lo sport in genere, il lavoro sindaci e degli imprenditori, abbiamo costruito l'humus per cui il Tigullio e l'entroterra hanno superato le tensioni e sono diventati attrattivi.
Cosa offre Milano e l'hinterland milanese al Tigullio più di quanto offre Genova matrigna? È un problema di insipienza politica? - A mio avviso Genova ha tantissimi imprenditori, tante potenzialità, ma a livello politico e amministrativo non ha saputo fare scelte al momento opportuno. Si pensi a Scarpino. C'era da fare un termovalorizzatore tempo fa, ora i rifiuti si portano a Torino. C'era da fare la Gronda per isolare un po' meno Genova e dare respiro al porto, invece si è discusso sui tracciati per 30 anni. Nel frattempo la tangenziale di Mestre è stata fatta, come anche la Milano-Brescia. Persino Palermo e Catania. Genova è l'unica città d'Europa che non ha una tangenziale, con l'autostrada entri in città. Con tutto il rispetto, ma è per dire che anche il profondo Sud è riuscito a fare opere pubbliche, qui non ci siamo riusciti.
Nel Tigullio lo sport è la chiave di volta per portare turisti e mettere sotto i riflettori una delle zone più dinamiche della Liguria. Chiavari, Leivi e Cogorno hanno lanciato la propria candidatura a Comunità Europea dello Sport 2017. Di che cosa si tratta? - Lo sport è un punto terminale, noi vogliamo rilanciare tutto il terziario. Nel 2017 Marsiglia sarà capitale europea dello sport. Nell'ambito di questa visione, vengono individuate alcune comunità dello sport. E noi vogliamo fare sistema. Siccome Marsiglia è vicina, vogliamo avvicinare la nostra Riviera alla Francia e proporre una comunità fatta di Comuni più piccoli. Abbiamo un'impiantistica sportiva importante, in tutto il comprensorio ci sono 65 società sportive.
Sa cosa suona strano? C'è solo un fiume che divide Chiavari e Lavagna, e in questo progetto non siete insieme. A volte siete distanti? - Siamo vicini su tante cose, ad esempio sul 'no' al depuratore comprensioriale c'è sintonia tra le amministrazioni. Bisognava presentare rapidamente domanda, per questo Lavagna è rimasta fuori. Abbiamo affinità con Leivi e Cogorno perché stiamo stendendo insieme i piani urbanistici. L'Entella fa da comune denominatore. La Virtus, che ha il suo piccolo stadio a Chiavari, si allena anche a Leivi e Cogorno. Con Lavagna facciamo altre cose.
I tifosi dell'Entella sognano. La posizione in classifica è straordinaria. Già la promozione era stata festeggiata come Champions, poi l'appetito vien mangiando. Avete già un progetto pronto nel caso l'Entella conquistasse la Serie A? - Intanto sottolineiamo che l'Entella è una società seria, che ha sempre fatto parlare di sé per la sua struttura e disciplina. Per quanto riguarda l'eventuale passaggio in serie A, che sarebbe un sogno non solo per noi ma per la Liguria intera, abbiamo già un progetto per arrivare a circa 10 mila posti sull'attuale sito del Comunale, con l'obiettivo di ottenere una deroga per i primi tre anni.
politica
Levaggi: "Dallo sport all'artigianato, il Tigullio in piena rinascita economica"
Mentre l'Entella sogna la Serie A, tutta l'economia
4 minuti e 9 secondi di lettura
TAGS
TOP VIDEO
Sabato 23 Novembre 2024
Covid, ecco cosa si ricordano i cittadini genovesi della pandemia
Sabato 23 Novembre 2024
Breathe, le emozioni dopo la prèmiere a Terrazza Colombo
Sabato 23 Novembre 2024
Alluvioni, geologo Bellini: "Colpa dell'uomo, in allerta arancione stop scuole"
Giovedì 21 Novembre 2024
Primocanile - Cani e gatti in redazione, gli animali di Primocanale
Ultime notizie
- Tari a Genova, Bucci annuncia: "Sarà calcolata in base a quanti rifiuti ciascuno produce"
- Genoa, Vieira su Balotelli: "Era dispiaciuto per aver giocato poco, l'atteggiamento che voglio"
- Genova Capitale dello Sport, a Palazzo Tursi la mostra “La Magia dello Sport”
- Violenza sulle donne, Cisl Liguria: "Nel 2024 già in 279 hanno chiamato il 1522"
- Mareggiata a Sestri Levante, recuperato primo peschereccio
- Ahi Sampdoria: Romagnoli si rompe il tendine d'Achille, lungo stop
IL COMMENTO
"Breathe": la politica ha il dovere di ricordare i giorni del Covid
Il docufilm sul Covid, una lezione per la giunta che deve rifare la sanità