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Ma restano i problemi legati alla tutela del territorio
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Il Ponente ligure si è svegliato questa mattina con un occhio al cielo per la pioggia - l'allerta meteo gialla è durata fino alle ore 9 - ma soprattutto molto infreddolito. La notte tra il 16 e il 17 marzo è stata infatti caratterizzata da temperature che nell'entroterra sono scese sotto lo zero. La neve è caduta abbondante sulla Valle Arroscia e, in particolare, nella Valle Argentina. Pochi centimetri a Molini di Triora, circa 20 a Triora, 30 nella frazione di Verdeggia e 60 a Monesi.

Neve che era attesa da tempo dagli abitanti della Valle e che, visto l'inverno caratterizzato da temperature sopra la media stagionale, tardava ad arrivare. Qualcuno spiega: "Io ero sicuro che sarebbe arrivata. Anzi, mi aspettavo una nevicata ancora maggiore". Poi chiedi il perché ed esce fuori tutta una storia legata a corsi e ricorsi storici. Ricorrono infatti quest'anno i trent'anni dalla grande nevicata del 1986, che a sua volta era arrivata a trent'anni da quella del 1956.

Questa volta non è arrivata una precipitazione di quelle dimensioni, ma la neve di questa notte permetterà di rimpinguare le riserve idriche per l'estate e garantirà all'impianto sciistico di Monesi di allungare la propria attività fino al weekend di Pasqua. Una boccata d'ossigeno per una struttura che era stata danneggiata a Natale dal gran caldo.

Tutto sommato, dunque, la neve ha regalato più gioie che dolori. L'intervento repentino di spazzaneve e spargisale ha garantito infatti di limitare al massimo i problemi legati alla viabilità, con le strade che sono rimaste percorribili per tutta la mattinata.

Restano invece da risolvere molti problemi a livello di organizzazione nella gestione del territorio.
Nel corso di due giornate di diretta su Primocanale, i sindaci dell'entroterra Imperiese sono stati tutti d'accordo: la riforma della Province, così come è stata fatta, ha messo in difficoltà i comuni, soprattutto i più piccoli. Tutti però sono pronti a rimboccarsi le maniche e a spalare. Per dirla con il gergo marinaresco del sindaco di Triora: "si fa quel che si può con quel che si ha".