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Si va verso il "listone" anti-Chiappori, ma manca il nome del candidato sindaco
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Il Pd è pronto a tutto pur di battere Giacomo Chiappori. È questa la sensazione, sempre più forte, che si ha con il passare delle settimane e l'avvicinarsi del voto a Diano Marina. In vista delle elezioni di primavera, il Partito Democratico continua a lavorare al progetto di una grande lista civica in cui far confluire uomini di provenienza politica differente. Tra gli aggregati ci sarebbero anche gli ex forzisti capitanati da Rodolfo Leone, ex vice sindaco di Imperia e uomo di fiducia di Claudio Scajola.

Ed è proprio sul ruolo giocato dall'ex capo del Viminale che ruotano gli scenari più interessanti di questa vicenda. Non ci sono, ovviamente, prese di posizione ufficiali da parte dell'ex ministro sulle manovre in corso a Diano Marina, ma la sensazione è che ci sia anche la sua mano in questa operazione. In fondo, per Claudio Scajola significherebbe appoggiare la forza politica che si oppone al gruppo Chiappori, quel gruppo disegnato negli scorsi giorni a immagine e somiglianza della formazione che ha portato al trionfo regionale di Giovanni Toti. Quello stesso Giovanni Toti che sbarrò la strada all'ex ministro verso l'Europarlamento.

Un'eventuale endorsement ufficiale di Claudio Scajola al "listone" anti-Chiappori aprirebbe scenari inesplorati negli equilibri interni al centrodestra imperiese. Questo perché sul fronte opposto si trova l'altro Scajola, Marco, che nei giorni scorsi ha tessuto le fila per permettere a Lega e Forza Italia di andare compatti al voto di Diano Marina. I due Scajola uno contro l'altro: uno scenario difficile da immaginare al momento, ma che potrebbe concretizzarsi in base alle mosse che giocherà l'ex ministro.

In tutto ciò manca ancora il nome del candidato sindaco di questa probabile lista civica dalle grandi intese. Il Partito Democratico è infatti disposto a tutto pur di battere Chiappori, ma non a rinunciare all'indicazione del nome del candidato alla poltrona di primo cittadino. In campo rimangono i giovani Damonte e Ghirelli, anche se non convincerebbero del tutto i vecchi saggi del partito. Non è da escludere, quindi, che alla fine spunti un nome nuovo. Il classico asso nella manica che mette tutti d'accordo : democratici, ex forzisti e chi più ne ha più in metta.