Abbiamo motivato con chiarezza e trasparenza le ragioni che ci hanno portato a decidere sulla chiusura della rubrica ‘Il sindaco risponde’. Eppure leggo giudizi e considerazioni del tutto prive di senso su meccanismi societari, sul ruolo di servizio pubblico e sulla par condicio.
Primocanale è una società privata e per questo sostenuta dai suoi azionisti. E non da un contratto di servizio pubblico che proprio il Governo non vuole riconoscere all'emittenza locale di qualità, nonostante le innumerevoli prove fornite, in varie regioni, in sostituzione del concessionario Rai. L'unico contratto di servizio pubblico oggi è quello in vigore con viale Mazzini, in scadenza il 6 maggio che il Governo vorrebbe rinnovare senza gara.
La legge sulla par condicio, poi, vieta nei periodi elettorali trasmissioni con qualsiasi amministrazione per evitare squilibri che possano avvantaggiare questa o quella forza politica. Cosa che accade anche in occasione di elezioni amministrative, oltreché per le Politiche. E in Liguria si andrà alle urne a breve in 49 comuni.
Primocanale conosce bene le regole da rispettare, ma anche i propri diritti. Sa di avere il sacrosanto diritto-dovere di prendere posizione (anche) sulla politica. Questa è la tanto sbandierata ‘libertà di informazione’: il diritto di un media di esprimere critiche, di aprire un dibattito, di stimolare riflessioni per il bene del territorio. Con posizioni che possono non essere condivise. Ma è indiscutibile il fatto che sia una prerogativa esclusiva di Primocanale decidere ciò che ritiene più opportuno per il suo palinsesto e la sua linea editoriale.
Qui siamo in casa nostra. E ci rendiamo conto di essere talmente ‘al servizio dei cittadini’ da essere confusi con una società pubblica. Non lo siamo, la Media company Primocanale è una società privata. E anche se dovesse assumere un domani il ruolo di ‘servizio pubblico’, meritato nei fatti, questo non la obbligherebbe a ospitare una trasmissione dedicata al sindaco. Anzi, tale spazio dovrebbe essere compensato con un analogo momento di critica da mettere a disposizione delle opposizioni.
Marco Doria ha avuto per 3 anni uno spazio gratuito per comunicare con i cittadini. Primocanale ha subito critiche per questo, anche da chi oggi si schiera contro. Gli stessi che prima ci accusavano di offrire una promozione all'attività del sindaco. Ma noi non ci siamo mai fatti condizionare. In una società editoriale privata, essere intervistato o fare una trasmissione non è un diritto acquisito. E il discorso vale anche per tutte le volte che andiamo in onda, con grande impegno di uomini e mezzi, nei momenti di emergenza in cui più si esplicita il ruolo di servizio pubblico. Un servizio rivolto ai nostri utenti, non alla classe politica.
È un nostro diritto-dovere criticare l'operato degli amministratori come di ogni sindaco, come esprimere le nostre posizioni sull’operato della politica in ogni settore. E nessuno può entrare nel merito delle decisioni prese da una società privata. Energie, queste, da preservare per una seria critica sul ruolo della ‘Tv di stato’ fatta coi soldi dei contribuenti e una serissima autocritica sull’amministrazione cittadina di questi ultimi anni.
politica
Le scelte di Primocanale e quella (strana) confusione sul servizio pubblico
L'editoriale
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