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A smentire Doria è lo stesso Partito Democratico in una nota: "Genova rivendica la sede e il centro direzionale della società Ireti, di cui gli asset genovesi sono una parte fondamentale e all’interno della quale possono essere valorizzate le esperienze del nostro territorio nella gestione del ciclo idrico e del gas", scrivono Alessandro Terrile e Michele Malfatti.
"Una rivendicazione di cui Sindaco e Giunta comunale devono farsi promotori - si legge - non in contraddizione con la strategia da noi condivisa di rafforzare il ruolo della Corporate e di rendere più efficiente la struttura del Gruppo concentrando le società di primo livello nelle quattro linee di produzione fondamentali: reti, energia, ambiente e mercato".
Intanto il consigliere Antonio Bruno (Fds) attacca l'amministrazione in vista del consiglio in programma giovedì che avrà come oggetto proprio lo statuto di Iren: "Sono solo 680.000 euro i dividendi che arriveranno al Comune di Genova da parte di Iren. Tutte le attività dei servizi di gas, acqua e altro creano dei profitti e una parte di essi arrivano anche ai comuni e agli enti locali. Quando è stata fatta la fusione Iride ed Enia è stata creata una finanziaria tra Torino e Genova che si è indebitata per poter acquistare delle azioni che allora erano molto alte".
Tutta colpa di "scelte politiche fallimentari: crollando la borsa e il mercato, oggi queste azioni valgono molto meno. Negli anni scorsi è stato fatto un mutuo dalla stessa finanziaria e per questo ci sono delle rate da pagare. Al Comune di Reggio Emilia arrivano milioni di dividendi, alla finanziaria Fsu ne arrivano più di 23, ma quasi tutti vanno a pagare le rate di questo mutuo. Invece di avere 11 milioni di dividendi da poter impiegare nelle manutenzioni, nei servizi sociali e nei servizi, ne avremmo solo 680mila".
IL COMMENTO
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