"Rivendico il termine 'pompieri' perchè richiama un servzio di soccorso che adesso è in forte emergenza". Stefano Giordano, intervistato dal direttore di Primocanale Giuseppe Sciortino, è il coordinatore regionale dell'Unione sindacale di base dei Vigili del Fuoco.
Giordano, denunciate una situazione insostenibile.
"La nostra categoria è stata colpita dalla spending review. La politica ha introdotto un concetto di produttività per cui è stato dettato il numero di soccorritori in base ai soccorsi storici avvenuti. I soccorritori devono essere presenti in base a un rapporto con i cittadini. In Europa è uno ogni mille cittadini, da noi uno ogni quindici mila. Non lavoriamo solo in caso di incendi, ricordiamolo. Ne veniamo da un percorso conflittuale con la politica. Dura da 3 anni questa situazione, i nostri sindacati hanno dichiarato 7 stati di agitazione verso l'amministrazione locale. Ma sono riferiti anche alla politica. C'è stato un fallimento idrogeologico in generale in Liguria, in particolare a Genova. Grazie ai lavoratori abbiamo chiesto un'audizione in Consiglio Regionale e una componente politica, il Movimento 5 stelle, ha presentato una mozione e un ordine del giorno che va in controtendenza contro le politche centrali.Il consiglio ha votato all'unanimità per questa mozione che prevede l'insermento dei vigili del fuoco nella Protezione civile, parla anche di numeri sul territorio e altri temi importanti. Oggi siamo di nuovo in stato d'agitazione perchè tutti gli aspetti del settore tecnico urgente hanno dei problemi, a partire da 63 pompieri su 860 mila abitanti. L'aspetto dei nautici è in forte emergenza".
Un altro problema è quello dell'età media. Manca turnover, e sale la media di età...
"Il deficit fisico può essere colmato dall'esperienza. Ma noi non abbiamo un'assicurazione sanitaria. Dobbiamo pagarci le spese in caso d'infortunio. Abbiamo visite mediche come quelle di un ragazzino di 25 anni. Grave danno economico e morale. Veniamo trattati come handicappati del sistema. I lavoratori e i cittadini devono abbandonare il concetto di delega. Bisogna visitare le caserme e capire quanti pochi siamo. In tutta la Liguria siamo poche centinaia di operativi. Abbiamo puntato i piedi perchè chiediamo chiarezza sul nostro ruolo. Chiediamo un cambio di direzione sul feedback del soccorso, non del risparmio. Quando c'è stata l'alluvione del 2014 avevamo più di 300 interventi in coda 3 giorni dopo. Il feedback va chiesto ai cittadini".
Perchè dice che siete soli dal punto di vista sindacale?
"La mia esperienza mi ha portato ai tavoli nazionali. Ho capito le dinamiche. Quello che sta succedendo in Francia spiega quello che succede in Italia. I grandi sindacati non fanno granchè, bisogna che i lavoratori e i cittadini agiscano. Abbiamo mezzi che hanno più di 30 anni, oggi ricorrono 7 anni dal disastro di L'Aquila. Noi facciamo conflittualità e lotta. Chiediamo di prendere in esame la nostra riforma della Protezione Civile. Vogliamo interagire sulla salvaguardia del territorio non solo ligure".
cronaca
La denuncia dei pompieri: "Situazione insostenibile"
E chiedono: "Vigili del fuoco incorporati con la Protezione Civile"
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