
Ma c'è di più nella partita vinta da Levaggi. Doria, che è anche sindaco metropolitano e quindi capo dell'ex Provincia di Genova, ha rifilato a Chiavari il 'pacco' del depuratore unico per tutto il Tigullio, un impianto da realizzare in colmata a mare a dispetto dei progetti che il Comune aveva già in cantiere. In questo modo anche Sestri Levante e la Val Petronio scaricherebbero sulle sponde dell'Entella. Non a caso proprio Sestri Levante, amministrato dalla dem Valentina Ghio, fu l'unico comune costiero dell'Ato a votare per il depuratore di comprensorio a Chiavari, in spregio a Levaggi e a tutti gli altri che ne proponevano due distinti. La Città metropolitana è andata avanti lo stesso, e questo ha fatto imbufalire personaggi di spicco come Antonio Gozzi.
È brutto pensare che dietro ci siano le solite logiche di partito. Se così fosse, il Comune di Genova, e Doria come presidente della città metropolitana, non possono e non devono penalizzare Chiavari perché il sindaco è più vicino al centrodestra. Levaggi, prima di dimettersi da assessore metropolitano, lo disse a chiare lettere: “Questa è una decisione politica, non tecnica. C'è un patto forte tra Iren e Pd”. Può darsi che si sbagliasse, ma allora perché l'ex Provincia ha agito in barba al parere di tutti i Comuni rivieraschi interessati, salvo Sestri Levante, l'unico targato Pd? Allo stesso modo sarebbe inaccettabile se la Regione favorisse i Comuni del centrodestra. Non si fa. Non quando è in gioco il bene dei cittadini.
IL COMMENTO
Leonardo, Fincantieri e la guerra: l'etica non può essere solo italiana
“Ti ricordi Bilancia?”. Il killer incastrato con una tazzina di caffè e una sigaretta