Da una parte i produttori di latte delle valli genovesi dai quali Lactalis-Parmalat ha deciso di 'non servirsi più', dall'altra chi lavora per Parmalat a Genova: in mezzo il lavoro. Per sostenere i produttori è scattato il boicottaggio dei prodotti Parmalat, ma ora i dipendenti genovesi della multinazionale lanciano un allarme: "Il boicottaggio mette a rischio il nostro lavoro".
E in rete è partita una campagna a loro difesa. "Ci mettiamo la faccia". E' la scritta che compare su una foto che ritrae alcune decine di lavoratori "orgogliosi collaboratori di Latte Oro", il marchio rilevato da Lactalis. "Siamo genovesi e lavoriamo ogni giorno con passione per portare sulle vostre tavole il latte fresco ORO. 100% italiano. Garantito", hanno scritto su Facebook. Un modo per criticare il boicottaggio al quale ha aderito anche don Valentino Porcile parroco della SS. Annunziata di Sturla dove domani mattina verrà effettuata una vendita di formaggi prodotti con il latte dei caseifici delle valli genovesi. Sull'iniziativa di don Porcile si era espresso favorevolmente anche l'arcivescovo di Genova, il cardinale Angelo Bagnasco. Sul profilo del sacerdote genovese, in mezzo a tanti commenti entusiasti per l'iniziativa, ne sono stati pubblicati alcuni che si aspettavano le "scuse pubbliche" da parte del sacerdote "a quei lavoratori che stanno perdendo il lavoro grazie alle sue affermazioni".
Un'altra persona scrive che "spingendo al boicottaggio si mette a repentaglio il futuro di più di 100 famiglie". "Prima di promuovere boicottaggi e altre forme di danno - si legge in un altro messaggio - sarebbe meglio verificare entrambe le facce della medaglia. Spero che quando qualcuno della distribuzione Parmalat perderà il lavoro si potrà rivolgere a lei e ai suoi parrocchiani per pagare le bollette e mangiare. Ci pensi state giocando con la pelle di 100 famiglie". "In fin dei conti - si legge in un altro post - anche chi lavora per Parmalat è un lavoratore onesto non è giusto arrivare a obiettivi danneggiando altri".
Intanto Giovanni Toti e Marco Doria erano presenti in piazza De Ferrari in piazza De Ferrari, dove le associazioni dei consumatori hanno organizzato la distribuzione di 'latte genovese' per sostenere gli allevatori da cui Lactalis-Parmalat ha deciso di 'non servirsi più'. Un litro di latte a 50 centesimi e il ricavato andrà all'Unicef.
E in rete è partita una campagna a loro difesa. "Ci mettiamo la faccia". E' la scritta che compare su una foto che ritrae alcune decine di lavoratori "orgogliosi collaboratori di Latte Oro", il marchio rilevato da Lactalis. "Siamo genovesi e lavoriamo ogni giorno con passione per portare sulle vostre tavole il latte fresco ORO. 100% italiano. Garantito", hanno scritto su Facebook. Un modo per criticare il boicottaggio al quale ha aderito anche don Valentino Porcile parroco della SS. Annunziata di Sturla dove domani mattina verrà effettuata una vendita di formaggi prodotti con il latte dei caseifici delle valli genovesi. Sull'iniziativa di don Porcile si era espresso favorevolmente anche l'arcivescovo di Genova, il cardinale Angelo Bagnasco. Sul profilo del sacerdote genovese, in mezzo a tanti commenti entusiasti per l'iniziativa, ne sono stati pubblicati alcuni che si aspettavano le "scuse pubbliche" da parte del sacerdote "a quei lavoratori che stanno perdendo il lavoro grazie alle sue affermazioni".
Un'altra persona scrive che "spingendo al boicottaggio si mette a repentaglio il futuro di più di 100 famiglie". "Prima di promuovere boicottaggi e altre forme di danno - si legge in un altro messaggio - sarebbe meglio verificare entrambe le facce della medaglia. Spero che quando qualcuno della distribuzione Parmalat perderà il lavoro si potrà rivolgere a lei e ai suoi parrocchiani per pagare le bollette e mangiare. Ci pensi state giocando con la pelle di 100 famiglie". "In fin dei conti - si legge in un altro post - anche chi lavora per Parmalat è un lavoratore onesto non è giusto arrivare a obiettivi danneggiando altri".
Intanto Giovanni Toti e Marco Doria erano presenti in piazza De Ferrari in piazza De Ferrari, dove le associazioni dei consumatori hanno organizzato la distribuzione di 'latte genovese' per sostenere gli allevatori da cui Lactalis-Parmalat ha deciso di 'non servirsi più'. Un litro di latte a 50 centesimi e il ricavato andrà all'Unicef.
IL COMMENTO
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