
Questa mattina sul rio Pianego a Fegino è così tornato il geologo Alfonso Bellini che su incarico della Procura di Genova deve appurare gli aspetti di natura geologica legati all'incidente.
"Io sono qui per verificare se e quanto c'è stata un'incidenza di natura geologica -ha dichiarato il geologo ai nostri microfoni - ci vorrà del tempo".
Bellini non sarà solo in questo lavoro di approfondimento.
"Insieme a me è stato incaricato un ingegnere impiantista - ha raccontato - che da domani inizierà ad occuparsi del tubo per verificare il significato di questa rottura".
In attesa di queste risposte il tratto oggetto dell'incidente resta sotto sequestro mentre domani mattina i residenti di Fegino sono pronti a tornare in Comune dove alle 9.30 la Commissione Ambiente si riunirà per discutere proprio dell'emergenza ambientale.
I CONTROLLI IN MARE - Mentre continuano gli interventi sulle sponde del Polcevera, proseguono i controlli sulla presenza di petrolio nelle acque del mar Ligure.
In queste ore la Capitaneria di Porto effettuerà nuovi sorvoli per effettuare i rilevamenti del caso. Ieri era stata evidenziata solo una ridotta presenza di prodotto sotto forma principalmente di lieve iridescenza in via di dissolvimento nella zona di Varazze a più di 10 chilometri dalla costa. Il sorvolo ha pertanto confermato come il prodotto finito a mare sia stato pressochè totalmente recuperato tranne una minima parte che si è dissolta sotto l’azione delle correnti che ne hanno disperso le residue iridescenze al largo.
Sulla fascia costiera di Savona e Imperia non è stato rilevato alcunchè mentre permangono alla foce del Polcevera le attività di monitoraggio e bonifica che proseguono quindi con un numero inferiore di mezzi.
STOP ALLA IPLOM - E' partita stanotte la procedura per spegnere la raffineria Iplom di Busalla obbligata dal sequestro dell'oleodotto in cui si è verificato lo sversamento del greggio a Fegino. La procedura di stop è complessa e articolata in più fasi e si concluderà il 4 maggio. Il 6 maggio inizierà la cassa integrazione di 240 dei 252 dipendenti dell'azienda. A rendere necessaria la 'fermata' dell'impianto petrolifero è il sequestro della condotta da parte della magistratura, un atto inevitabile dovuto per fare luce su cause e responsabilità del disastro ma che di fatto impedisce alla raffineria di rifornirsi di greggio da raffinare.
IL COMMENTO
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