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Dopo la richiesta di una proroga per altri 7 anni
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"Non si utilizzi la Gronda di Genova come grimaldello per ottenere una proroga su tutto il territorio nazionale per poi non vedere mai la realizzazione dell'opera. Non ci piace essere usati." Il senatore Maurizio Rossi (Gm/Liguria Civica) ha fatto un salto sulla sedia alla notizia della richiesta al Governo da parte di Società Autostrade: una proroga per altri 7 anni della concessione in scadenza. Motivazione? "La necessità di avere più tempo per la realizzazione della Gronda di Genova".

La situazione viaria della città di Genova e del ponente ligure "è da anni molto critica a causa della carenza di infrastrutture ferroviarie e autostradali e i cittadini affrontano disagi quotidiani anche a causa della mancanza della Gronda che attendiamo da 10 anni, mentre i lavori non sono mai neanche iniziati", incalza Rossi.

"Proprio per questo motivo ho presentato al Senato una interrogazione parlamentare per non farci prendere in giro. Certo è che Società Autostrade non può utilizzare come grimaldello proprio la Gronda di Genova per chiedere altri 7 anni di proroga della sua concessione affinchè non si ricorra all'istituto della gara per il rinnovo, così come impone l'Europa", ha sottolineato il senatore di Liguria Civica.

Qualora venisse autorizzata una deroga, precisa Rossi, "voglio sapere quali garanzie verranno date, dal Governo e Autostrade, che nei 7 anni verrà realizzata l'opera indispensabile per Genova e il ponente ligure: non si può liquidare così facilmente sulla vita dei cittadini, degli utenti delle autostrade, sul turismo, sui collegamenti portuali, una proroga nazionale volta a evitare la gara. Rischiamo così di riproporre esattamente le stesse problematiche trovandoci poi, alla fine, con la proroga e senza Gronda: cornuti e mazziati".