sport

La storia degli incroci tra i due futuri responsabili tecnici
1 minuto e 34 secondi di lettura
In realtà, a Genova, non hanno mai lavorato insieme. Ma certo fa impressione pensare che a due cuori blucerchiati come Giampiero Ventura e Marcello Lippi sarà affidato il compito di scrivere la storia della Nazionale dopo l’era Conte e l’Europeo.

Cuori blucerchiati, dicevamo, certificati, per Ventura, dalla nascita, a Cornigliano, nel 1948 e da quel cartellino pubblicato sul suo sito ufficiale che lo ritrae, appena 13enne, sorridente in spiaggia, con un pallone tra i piedi e, accanto nel cartellino del centro addestramento giovani calciatori della Sampdoria.

Un grave infortunio ne aveva frenato la carriera da giocatore ma la vocazione di Ventura è stata, da sempre, la panchina anzi, meglio, la preparazione atletica e tattica. E ancora il suo sito web ci viene in soccorso, in questo caso con una sezione emblematica: dire, fare, allenare. Il credo di Giampiero da Cornigliano.

Al di là delle espressioni mediatiche, Ventura ha legato una parte importante della sua carriera alla Samp, anche se la parentesi della mancata promozione in A nel 2000 è una ferita che non si è mai rimarginata.

Dicevamo dei cuori Samp: già, perché mentre il futuro ct cominciava a fare il preparatore atletico delle giovanili e anche della prima squadra blucerchiata, in campo c’era, con la fascia di capitano al braccio, Marcello Lippi, genovese acquisito, un campione del mondo che non ha mai, comunque, rinnegato il suo antico cuore calcistico.

La storia racconta che, quando poi Ventura, per quasi un anno, divenne il vice dell’allenatore capo, che era Lamberto Giorgis, Lippi stava già a Pistoia dove, con Frustalupi , Rognoni, Riccomini avrebbe costruito il miracolo degli arancioni in serie A. Ora l’azzurro: e chissà quante volte da luglio, in giro per impegni azzurri, i due ricorderanno quei lontani ma mai dimenticati giorni blucerchiati.

foto dal sito ufficiale di Giampiero Ventura