
Dalle immagini si vedono due persone vestite di scuro con il volto coperto mentre posizionano l'ordigno. Gli inquirenti però nelle prossime ore acquisiranno le immagini delle telecamere della zona per controllare da dove sono arrivati i due e se c'era qualcuno che li accompagnava. Decisivi saranno anche i tabulati telefonici della zona che potrebbero avere "agganciato" i cellulari degli attentatori.
Il gesto potrebbe essere riconducibile alla protesta di chi attacca le Poste che mettono a disposizione i loro velivoli per trasferire i migranti. Sul sito Informa-azione è stato rivendicato un altro attacco a un ufficio postale a Genova avvenuto la notte tra il 25 e il 26 maggio. "Alcuni nemici delle frontiere - si legge sul sito - hanno attaccato un ufficio delle Poste italiane: complici nelle deportazioni. Sono state sabotate le telecamere, il postamat, le vetrate e le insegne". Nella rivendicazione viene riportato anche il testo del manifesto che era stato affisso alla porta. "Attacchiamo e sabotiamo la macchina delle deportazioni in tutte le sue forme. Solidarietà ai e alle migranti in lotta. Per la libertà di tutti e tutte di vivere liberamente senza confini né nazioni".
IL COMMENTO
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