Beati i sindaci, maledetti i sindaci, che intorno a loro, alla loro elezione, alla loro caduta, alla loro riconferma, al loro licenziamento gira oggi, nel gran girno dei postballottaggi, tutta la nostra politica.
Sopratutto qui, nella nostra Liguria, dove la nuova sindaco (ma sarà mai veramente corretto dire così e non magari correggere: la nuova sindaca?) di Savona, Ilaria Caprioglio. segna un'altra svolta importante negli ex stratificati equilibri politici delle ex roccaforti rosse.
Il sindaco eletto fino al 1993 della riforma-chiave dai sinedrii di partiti era diventato, con la chiamata diretta, il rappresentante numero uno del popolo, non l'unto dal Signore, ma dai cittadini e su di lui si sovraccaricavano tutte le responsabilità, anche non le sue. Se lo ricorderà bene il sindaco 93-97 Adriano Sansa a Genova e poi Giuseppe Pericu 97-2007 e poi la sventurata Marta Vincenzi 2007-2012, come fosse pesante quel fardello di rappresentanza.
Poi è cambiato di nuovo tutto, sotto i colpi della Grande Crisi Globale nell'era dei tagli, del Governo mangia tutto, delle risorse ridotte, dei fondi a zero, dell'autonomia finanziaria asfissata.
Se lo ricorda bene, per fermarsi a Genova, il sindaco Marco Doria tra una gronda accantonata, un luasso pescato e alla ricerca del mercato per metterlo in vendita, tra un Blue Print da incominciare e una Fiera creditrice di 15 milioni...i tagli, i fondi, il fondo del barile.
E ora ecco che questa tornata amministrativa del 2016 fa risorgere, nel bene e nel male. il sindaco e carica la sua figura di una importanza srategica di nuovo potentissima, come quando era il deus ex machina della nuova democrazia diretta.
La partita con la quale si elegge questo sindaco è di nuovo decisiva alla faccia di chi ne sostiene solo il valoree amministrativo. Se vincono i Cinque Stelle, come a Roma e Torino, ma come era stato a Parma e Livorno prima, se c'è lo sprint tra il centro sinistra e il centro destra come a Milano, se vince il centro sinistra come a Bologna, se il Comune si tinge di aracncione come a Napoli...insomma se c'è la rivoluzione dei risultati, quella battaglia diventa decisiva non solo per la città interessata, ma per il Paese e forse anche per l'Europa e le troike in agguato.
E sarà così ancora per molto e sarà così domani a La Spezia e a Genova e a Chiavari per restare alla Liguria. In una politica liquida, per non dire gassosa, ogni sindaco sarà come una bandiera piantata per capire dove soffia il vento. Per ora sembra un vento di tempesta.
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La battaglia del sindaco nell'Italia liquida
L'invettiva
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