
Di solito in spiaggia, oppure davanti a quel ‘buco’ chilometrico che si mette in bella mostra da un po’ (a proposito preparatevi che il prossimo anno festeggiamo vent’anni di questa straordinaria opera d’arte contemporanea) e che nessuno riesce a riempire con una soluzione: basta una spruzzata di buonsenso , una goccia di sana praticità e poi innaffiate il tutto con un po’ di coraggio nel decidere. E non si dica che è sempre colpa della burocrazia. Così è, anche se non vi pare proprio una bella cosa.
Ma almeno c’è qualcuno che prova a scuotere le anime di chi ignora la situazione e ci mette anche una spruzzata di ironia. E davanti all’Ospedale San Martino il blitz dei militanti del circolo Nuova Ecologia di Legambiente Genova è servito per ricordare a tutti che avanti così non si può andare con questo cantiere che doveva partorire un parcheggio è terra di nessuno tra degrado, sdegno e la vergogna di chi butta l’occhio oltre la rete di recinzione quando va in ospedale. Secchiello e paletta, proprio così. Direttamente da casa, e poi hanno incominciato a lanciare la sabbia oltre l’ostacolo. “E’ stato un gesto simbolico – ha spiegato Andrea Agostini di Legambiente – ma con un chiaro segnale: qui l’unica soluzione è questa, riempire questo ‘cratere’ , chiudere tutto e fare finalmente un ingresso dell’ospedale degno di questo nome facendo una bella piazzetta magari con una fontana e altri servizi per la cittadinanza. Questa l’idea. Semplice ma efficace. E forse l’unica per ridare un senso di civiltà a questa zona vent’anni dopo il primo progetto.
“Si deve trovare una soluzione, definirla una vergogna è fin troppo gentile – continua Agostini – e si devono trovare i colpevoli perché come spesso accade succedono cose come queste ma nessuno paga mai”. E allora aspettando il kit completo (progetti + camion + operai + interventi), prendiamoci un secchiello e una paletta a testa. Giorno e orario lo decidiamo insieme, intanto ci portiamo avanti con i lavori.
IL COMMENTO
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